Non è l’orologio a fare l’uomo, come si crede in questi volgari tempi moderni, ma è l’uomo e il suo tempo a fare l’orologio. Uno strumento di precisione che, stretto al polso nelle mille avventure diviene icona e dice tanto su chi lo portava. Prendiamo ad esempio il Rolex di Ernest Hemingway…
Si dice che Ernest Hemingway, uno dei più grandi scrittori del XX secolo, possedesse diversi modelli di Rolex, ma è un modello Bubble Back con cassa in oro 18 carati, quello che noi italiani chiamiamo “Ovettone”, a spiccare in una celebre fotografia che ritrae il grande scrittore americano. Un orologio che ci ricorda quanto sia sbagliato affermare che solo una cassa di generose dimensioni sia adatta a un vero uomo. La settimana scorsa mi sono imbattuto in una bella conversazione social tra un dandy dei nostri tempi, monsieur Bienluienapris, e l’autore della pagina Instagram C. Woodcock & Co, incentrata proprio sul Rolex preferito da Hemingway e la misura della sua cassa: certamente compresa tra 31 e 34 millimetri di diametro.
Come dicevamo, il piccolo Rolex Oyster Perpetual spicca nell’iconica foto scattata nel 1957 da Yousuf Karsh, che ha ritratto Ernest Hemingway, forse uno degli archetipi di vero uomo più affascinanti di sempre, su una sedia da regista. Lo scrittore, giornalista e avventuriero che rimase ferito nel primo conflitto mondiale, proprio in Italia, sul fronte del Piave, fu reporter nella guerra civile spagnola e nella Seconda Guerra Mondiale e, secondo Nicholas Reynolds, storico e funzionario della Cia, addirittura spia dell’agenzia agli albori della Guerra Fredda, non prima di essere stato anche “informatore” dell’Nkvd sovietico. Ottenne il Premio Nobel per la Letteratura nel 1954 e scrisse alcuni tra i libri più indimenticabili del XX secolo: Addio alle armi, Per chi suona la campana e Il vecchio e il mare, per cui vinse il Premio Pulitzer. Hemingway indossava quello che si è ipotizzato essere un Rolex Oyster Perpetual Bubble Back, Referenza 6084 con cassa in oro, indici a pugnale, sfere a foglia e quadrante chiaro, bianco o color champagne e un bracciale a maglia milanese. Un orologio elegante e robusto allo stesso tempo, prezioso e informale, perfetto per seguire “Papa”, come adorava essere chiamato, nei suoi lunghi safari in Africa, o nelle battute di pesca al marlin al largo di Cuba, sulla sua barca, la Pilar.

Un Rolex Oyster Perpetual BubbleBack con cassa in oro 18kt simile a quello indossato da Ernest Hemingway
Nel suo libro “Di là dal fiume e tra gli alberi”, dove Hemingway sembra tracciare dei “parallelismi” tra la vita del protagonista, un colonnello in congedo che conobbe durante l’Operazione Overlord, lo sbarco in Normandia, e la sua stessa vita e, ispirando forse in un certo qual modo l’indimenticabile racconto di J.D. Salinger “Per Esmé con amore e squallore” (pubblicato proprio lo stesso anno), fa riferimento proprio a un Rolex Oyster Perpetual. Nella conversazione che ha come sfondo una Venezia fredda d’inverno, il Colonnello Cantwell dice alla giovane contessa di cui si è innamorato, parlando del suo cuore, che: “È solo un muscolo“, “… Solo che è il muscolo principale. Funziona perfettamente come un Rolex Oyster Perpetual. Il problema è che non puoi mandarlo al rappresentante Rolex quando si guasta. Quando si ferma, non sai più che ore sono. Sei morto”.
Quando Hemingway cita la celebre Maison di orologi fondata da Hans Wilsdorf, la prima a realizzare una cassa completamente impermeabile, adatta a coesistere con il mare e con gli urti di una vita impetuosa, questi orologi robusti e affidabili sono già uno status symbol; ma al tempo, la cassa di questi orologi di lusso era di dimensioni assai ridotte rispetto a quelle attuali. Scrive Bienluienapris, che ho interpellato per l’occasione: “Il mio punto sulle dimensioni è che grandi cose possono accadere anche con un orologio piccolo, questa è la bellezza dell’orologeria: hai così poco spazio su un orologio che sei obbligato ad avere un design intelligente. Ovviamente gli orologi da uomo erano più piccoli ai tempi di Hemingway, molto spesso gli uomini indossavano 32-36 mm”. E questo è forse un problema? Noi, in accordo con Papa Hemingway, a quanto pare, pensiamo proprio di no. Tempo fa ho sentito una battuta divertente sul tipo di orologi di alta fascia che gli uomini contemporanei dovrebbero indossare per farsi “notare”. La citazione, non saprei a chi debba essere attribuita di preciso, sostiene che l’uomo che indossa un Rolex deve essere uno che ha semplicemente un buon orologio, e quando si incontra un uomo che indossa un Nautilus di Patek Philippe, ci si trova sicuramente di fronte a un uomo ricco e di successo, ma quando si incontra qualcuno che indossa un Richard Mille, beh, è allora che ci si chiede “chi è quell’uomo”. Ebbene, è un problema dei nostri tempi quello di lasciare che sia l’orologio a fare l’uomo e non il contrario, una debolezza sulla quale dovremmo iniziare a riflettere.

La prima edizione del romanzo Al di là del fiume e tra gli alberi dove Ernest Hemingway cita il Rolex Oyster Perpetual in un parallelismo difficile da dimenticare
Due parole sul Rolex Bubbleback
Come possiamo immaginare, “Bubbleback” non è un nome ufficiale Rolex, ma uno dei tanti soprannomi pensati dai collezionisti che si sono appassionati a questa particolare generazione di orologi della longeva famiglia Oyster Perpetual. Deriva dalla bombatura della cassa, simile a quella dei modelli soprannominati “Bombay”. Con i Bubbleback, la Maison di Hans Wilsdorf, che aveva rilevato un brevetto destinato alla Royal Navy per una cassa impermeabile, segna l’inizio della moderna tecnologia degli orologi da polso automatici che uniscono la cassa impermeabile Oyster con la tecnologia di carica automatica del movimento Perpetual, che utilizzava una massa oscillante rotante a 360 gradi per caricare l’orologio, eliminando la necessità delle frequenti cariche manuali che avrebbero potuto mettere in pericolo l’orologio in caso di una chiusura errata della corona. Per quanto ne sappiamo, il primo “Bubbleback” venne lanciato nel 1933, con una cassa di 30,5 millimetri di diametro, per essere aggiornato e modificato nel ventennio successivo, e raggiungere una dimensione massima di 34 mm. La prima referenza riconosciuta del Rolex Oyster Perpetual Bubbleback, nota ai più, dovrebbe essere la Ref. 1858, ma la quantità di modelli e versioni di questa grande famiglia rende tutt’ora difficile risalire ad una genealogia inconfutabile.
Romano, appassionato di orologi fin dalla tenera età, vivo nel passato ma scrivo tutti giorni per Il Giornale e InsideOver, dove mi occupo di analisi militari e notizie dall’estero. Ho firmato anche sul Foglio, L’Intellettuale Dissidente e altre testate.



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