Audemars Piguet a tempo di record

Il nuovo Royal Oak Calendario Perpetuo Extra-Piatto Automatico è l’orologio con calendario perpetuo a carica automatica più sottile al mondo. L’ennesimo primato di Audemars Piguet nel segmento degli ultrasottili.

Audemars Piguet è una Maison che si è sempre distinta, nel corso della sua lunga storia, iniziata nel 1875, per la realizzazione di meccanismi ultrapiatti, complicati e non. In estrema sintesi, riassumiamo le date più significative: nel 1921, la Manifattura lancia il più sottile orologio da tasca mai realizzato, con un movimento di soli 1,32 mm di spessore (calibro 17SVF#5); nel 1938, Audemars Piguet stabilisce un altro record tecnologico con il calibro di un orologio da polso solotempo extra-piatto (indicazione di ore e minuti) dello spessore di 1,64 mm; nel 1955, la Casa produce il primo orologio da polso con calendario perpetuo e indicazione dell’anno bisestile, il modello 5516 con il calibro 13VZSSQP; nel 1967 vede la luce uno dei più importanti risultati tecnici nella storia del brand, ossia il calibro 2120, il movimento automatico più sottile dell’epoca, con uno spessore di 2,45 mm; nel 1978, in piena crisi dell’orologeria meccanica dovuta al boom del quarzo, la Maison presenta l’orologio da polso automatico con calendario perpetuo più sottile al mondo, calibro 2120/2800, dello spessore di 3,95 mm; infine, nel 1986, ecco il primo orologio da polso automatico con tourbillon in assoluto, il più sottile (5,3 mm), con il tourbillon più piccolo (7,2 mm, record ancora oggi insuperato). Costantemente alla ricerca dell’avanguardia assoluta, Audemars Piguet, nel 2018 ha messo a punto il concept watch Royal Oak RD#2 Ultra-Thin, calendario perpetuo automatico ultra-piatto, da record, con l’intenzione di presentare, al più presto l’applicazione “di serie”. Cosa che è puntualmente avvenuta quest’anno.

Il Royal Oak Calendario Perpetuo Extra-Piatto Automatico – in titanio con lunetta e maglie di raccordo del bracciale in platino – è il calendario perpetuo automatico più sottile al mondo con i suoi 6,3 mm di spessore. Sul quadrante blu satinato, sono posizionati: al 3, mesi/ciclo bisestile; al 6 datario analogico; al 9 giorno della settimana e day/night; al 12 le fasi di luna.

Di fatto è il calendario perpetuo automatico più sottile al mondo, superando il citato calibro modulare 2120/2800 (evolutosi, poi, nel 2802): ha richiesto cinque anni di lavoro, il che significa che la vita di questo progetto è iniziata nel periodo in cui il CEO di Audemars Piguet, François-Henry Bennahmias ha preso le redini dell’azienda nel 2013. Sono 6,3 i millimetri di spessore della cassa in titanio satinato da 41 mm (con lunetta e maglie di raccordo del bracciale in platino 950), misura inferiore a quella del Royal Oak Extra Thin Jumbo (automatico da 39 mm di diametro e 8,1 mm di spessore), del Royal Oak Self-Winding, (automatico da 41mm di diametro e 9,8 mm di altezza), del Royal Oak Perpetual Calendar attuale (anche in ceramica, da 9,5 mm di spessore) e, perfino, seppur di pochissimo, del Royal Oak Quartz da donna (33 mm di diametro). L’obiettivo è stato quello della semplificazione radicale dello schema tecnico-strutturale, e il nuovo calibro automatico AP 5133, alto soli 2,89 mm, configura un risultato a dir poco eccezionale, considerata la complicazione espressa. Bennahmias, alla fine del 2017, ricorrendo ad un parallelo sportivo, si lasciò sfuggire che, al S.I.H.H. 2018, Audemars Piguet avrebbe presentato un segnatempo tale da battere il record sui 100 metri e con un ampio margine: c’è da dargli ragione.

Attraverso il vetro zaffiro, adattato sul fondello – fissato da 8 controdadi passanti – è possibile osservare il calibro automatico AP 5133 da 32 mm di diametro – 2,89 mm di spessore, 256 componenti, 37 rubini, pietra di controperno sull’asse della ruota di scappamento, 40 ore di riserva di carica -, con bilanciere a regolazione inerziale oscillante a 19.800 alternanze/ora.

Nello specifico, infatti, Audemars Piguet è partita dall’idea di combinare funzioni e caratteristiche, che tradizionalmente richiedono dispositivi separati, in componenti unici. Seguendo tale presupposto, è riuscita a ridurre il meccanismo del calendario perpetuo automatico, da un insieme di ruote e ingranaggi sovrapposti su tre livelli, ad un movimento integrato su di un unico piano con riflessi importanti su efficienza, robustezza e affidabilità: elementi interagenti che, in alcuni casi, riuniscono quelle che, normalmente, sono funzioni distinte. Nella pratica, tale schema trova esemplificativamente espressione, per l’indicazione dei mesi e del ciclo bisestile, nell’uso di una singola ruota a 48 ”passi”: su questo ruotismo, i mesi con 31 giorni sono rappresentati da una “depressione” leggera e superficiale, i mesi con 30 giorni presentano una incisione più profonda, che raggiunge il suo massimo – per tre volte – nel mese di febbraio “non bisestile”, con l’eccezione dell’unica tacca del ciclo bisestile che individua il 29 febbraio. Generalmente, in un modello “perpetuale”, il meccanismo abbina una ruota del mese a 12 “passi”, con una camma separata del ciclo bisestile sui 4 anni. Contestualmente la camma di fine mese è stata integrata nella ruota della data, il tutto, ovviamente, soggetto a due brevetti. E, comunque, anche la struttura di ogni componente è stata ottimizzata fin dall’inizio, riducendo così i tempi di regolazione e assemblaggio. In un simile contesto, mirabile la costruzione del quadrante blu satinato (non presenta il classico motivo “Grande Tapisserie”), che appare come un’ulteriore platina: ricercando la sottigliezza e la semplicità assoluta, la Casa di Le Brassus ha trasformato una componente, la cui funzione è tipicamente calibrata sull’estetica e sulla leggibilità, in un punto di forza dell’insieme tecnico-strutturale. I contatori di giorno, data e mese, tutti analogici, sono stati ingranditi per garantire una leggibilità ottimale, mentre l’indicazione di giorno/notte posizionata all’8 è stata aggiunta simmetricamente a quella dell’anno bisestile al 4; le fasi di luna al 12 completano l’insieme. I dati specifici del calibro automatico di manifattura AP 5133 sono i seguenti: 14 ¾’’’ (32 mm di diametro), 19.800 alternanze/ora, 256 parti, 37 rubini, 40 ore di riserva di carica, 256 componenti.

Nella vista di profilo, impressionante immaginare come un simile volume possa contenere un movimento con calendario perpetuo. Netto ma ergonomico l’angolo tracciato dalle anse monoblocco.

In conclusione, si può affermare, a ragione che, oggi, il Royal Oak Calendario Perpetuo Extra – Piatto Automatico rappresenta un importante punto di svolta per Audemars Piguet, perché getta le basi per una nuova generazione di orologi complicati in grado di conciliare raffinatezza estetica, elevata ergonomia, complessità tecnica, savoir-faire ancestrale e stile di vita contemporaneo.


Da circa 25 anni, giornalista specializzato in orologeria, ha lavorato per i più importanti magazine nazionali del settore con ruoli di responsabilità. Freelance, oggi è Watch Editor de Il Giornale e Vice Direttore di Revolution Italia

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