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Breguet Marine: Automatico, Cronografo, Svegliarin...

Breguet Marine: Automatico, Cronografo, Svegliarino GMT

Sono tre i modelli con cui Breguet ha aggiornato la collezione Marine: si tratta di nuove declinazioni in oro rosa con  quadrante ardesia e in titanio con quadrante blu.

Periodicamente, Breguet torna sulla collezione Marine, aggiornandone con costanza un messaggio virtuoso, non necessariamente su grandi complicazioni (come ad esempio, il Marine Tourbillon Équation Marchante 5887), ma spesso cogliendo le potenzialità quotidiane di un prodotto dal connotato sportivo e dalla robustezza a tutta prova, figlio della liaison tra il fondatore Abraham-Louis e la Marina francese, avviatasi oltre due secoli fa. Una collaborazione decisamente significativa perché, non solo determinò la realizzazione di Cronometri da Marina di livello superlativo, ma significò anche il riconoscimento, forse tardivo, da parte delle massime istituzioni reali francesi, del genio assoluto del “padre” dell’orologeria moderna. Prima di raccontare le ultime versioni della linea Marine, però, vale la pena ripercorrere le tappe salienti di una storia che ne permea lo spirito e l’espressività.       

Breguet, Cronometro da Marina, n. 4330, destinato al capitano Gérard e inviato nel settembre del 1827. Scatola a cerniera in mogano con maniglie in ottone; cassa e sospensioni cardaniche in ottone. Quadrante argenté sul quale si può osservare la firma più utilizzata, anche dopo la morte del Maestro, ossia: Breguet et Fils, Horloger de la Marine Royale. Scappamento a dètente-ressort di tipo Earnshaw.

Era il 1814 quando Breguet fu nominato da re Luigi XVIII di Francia membro del Bureau des Longitudes di Parigi, il cui scopo era il perfezionamento dei diversi rami dell’astronomia e la loro applicazione alla geografia, alla navigazione e alla fisica del globo. Breguet era l’unico esponente dell’orologeria ed operò, all’interno dell’Ufficio, in qualità di artista associato, ritrovando amici e accademici quali Laplace e Arago. Il Maestro era diventato l’orologiaio a cui far riferimento per il calcolo della longitudine in mare. Un riconoscimento che fu di buon auspicio per la successiva nomina ufficiale, con ordinanza reale del 27 ottobre 1815, ad Horloger de la Marine Royale, un titolo di assoluto prestigio, che gli conferì una funzione fondamentale per il Paese: a quell’epoca, infatti, i cronometri da marina erano di vitale importanza per le flotte perché consentivano di calcolare la posizione delle navi. Breguet, all’epoca 68enne, succedette a nomi altisonanti quali Louis Berthoud e Ferdinand Berthoud. In qualità di Orologiaio della Marina Reale, titolo conferito “ad personam” ed a vita, divenne fornitore ufficiale, ma non esclusivo, della Marina, un incarico che non prevedeva emolumenti. Fino a quel momento, il Maestro di Neuçhâtel aveva realizzato appena una decina di Cronometri da Marina e, dunque, si mise al lavoro per avviare una produzione di serie, anche se le prime consegne alla  Marina avvennero solo nel 1820 (molti esemplari furono venduti a privati). Tre anni prima, tra l’altro, aveva pubblicato a Brest  un libretto di 25 pagine dal titolo “Istruzioni sull’uso degli orologi marini realizzati da Monsieur Breguet”, una guida piena di consigli sull’impiego di simili strumenti in navigazione. Era tale, infatti, l’orgoglio e la soddisfazione per la suddetta qualifica, che Breguet, da quel momento, appose su tutti i suoi prodotti, e non solo i Cronometri da Marina, una citazione che ricordasse tale titolo. Dall’inizio del secolo gli orologi Breguet erano firmati “Breguet et Fils”, e la modifica avvenne in tre direzioni: “Breguet, Horloger de la Marine Royale”, “Breguet et Fils, Horologers de la Marine Royale” (era illegale perché, come accennato, il titolo spettava solo a Breguet padre), Breguet et Fils, Horologer de la Marine Royale” (la più frequente, un mix tra plurale e singolare). Di fatto, la nomina a Horloger de la Marine Royale, coincise con un periodo fondamentale della storia di Breguet, un momento in cui la “grandeur” francese riconobbe definitivamente il genio di Breguet, per “ordinanza reale”, anche nella prestigiosa Accademia delle Scienze, nella sezione di meccanica. Il significato della collezione Marine, dunque è quello della simbolica consacrazione in un olimpo in cui possono risiedere solo pochi eletti. 

Marine 5517, solotempo, in oro rosa da 40 mm (11,5 mm di spessore), impermeabile fino a 10 atmosfere; lunetta bombata e scalinata, carrure cannelé, vetro zaffiro su fondello. Quadrante in oro di colore grigio ardesia lavorato guilloché con motivo ad onde; lancette Breguet “à pomme”, indici a numeri romani applicati; data al 3. Movimento automatico, calibro 777A, da 15’’’: 28.800 alternanze/ora, 26 rubini, riserva di carica di 55 ore, spirale e corni dell’ancora in silicio. Cinturino in caucciù.

Marine Cronografo 5527, in oro rosa, nel quale si può apprezzare la profondità dell’incisione cannelé sulla carrure, i pulsanti crono a sezione rettangolare, i contatori crono sovradimensionati rispetto a quello dei piccoli secondi e l’incisività estetica del motivo ad onde. 

Marine Cronografo 5527, in titanio da 42,3 mm (13,85 mm di spessore), impermeabile fino a 10 atmosfere; lunetta bombata e scalinata, carrure cannelé, vetro zaffiro su fondello. Quadrante in oro blu a finitura soleil; lancette Breguet “à pomme”, indici a numeri romani applicati; data al 4/5; affissione crono tri-compax, con secondi crono al centro, contatori dei minuti crono al 3, delle ore crono al 6, dei piccoli secondi al 9. Movimento automatico, calibro 582QA, da 13 1/2’’’: 28.800 alternanze/ora, 28 rubini, riserva di carica di 48 ore, spirale e corni dell’ancora in silicio. Bracciale in titanio.

Quest’anno, la Maison è tornata, come accennato nell’incipit, sulla nuova generazione dei Marine, presentata nel 2017, classicamente sporty-elegant. Nello specifico, ha individuato tre referenze, la 5517, la 5527 e la 5547, presentate nel 2018, quando la Maison introdusse in collezione il titanio (nel 2019, vennero proposte varianti in cui anche il bracciale era in titanio); evidentemente, questo materiale è la scelta ideale per una linea dalle origini marinare, data la sua proverbiale resistenza alla salsedine e alla corrosione, unita alla leggerezza e alla robustezza. Detti modelli sono stati oggetto di una nuova declinazione su oro rosa con quadrante color ardesia (guilloché centrale “à la main” con motivo ad onde) e proprio su titanio con  quadrante blu soleil. Entrando nel dettaglio: la ref. 5517 da 40 mm, punta sull’aspetto minimalista con un’indicazione a tre lancette completa di datario; la ref. 5527, da 42,3 mm, aggiunge il  cronografo flyback (contatori dei minuti crono al 3, delle ore crono al 6 e dei piccoli secondi al 9, dalle dimensioni più contenute); la ref. 5547, da 40 mm, prevede la funzione sveglia e indica un secondo fuso orario. 

Marine Alarme Musicale 5547, in oro rosa, dove si apprezzano, sul quadrante grigio ardesia, l’ora della sveglia al 3, l’indicazione di sveglia attivata al 12 (finestrella circolare con, all’interno, una piccola campanella), il secondo fuso al 9, e la riserva di carica dell’allarme al 9/12. La corona al 4 permette di regolare l’ora della sveglia e del secondo fuso.

Posizionamento dell’ancora sul calibro automatico 777A relativo al Marine 5517, in cui possiamo notare le “palette” in rubino e i corni in silicio imperniati sullo stelo (a determinare la linea invertita).

Marine Alarme Musicale 5547, in titanio da 40 mm (13,05 mm di spessore), impermeabile fino a 5 atmosfere; lunetta bombata e scalinata, carrure cannelé, vetro zaffiro su fondello. Quadrante in oro blu a finitura soleil; lancette Breguet “à pomme”, indici a numeri romani applicati; data al 6; ora allarme al 3, ora secondo fuso al 9, riserva di marcia dell’allarme al 9/12, inserimento allarme al 12 (finestrella). Movimento automatico, calibro 519F/1, da 12’’’: 28.800 alternanze/ora, 36 rubini, riserva di carica di 45 ore, spirale e corna dell’ancora in silicio. Cinturino in pelle.

I tre segnatempo presentano tutti la data a finestrella e sono garantiti impermeabili fino a 10 atmosfere, tranne lo svegliarino (5 atmosfere). Le peculiarità della collezione Marine, poi, si vedono, ovviamente, nella carrure dal profondo cannelé, dal blocco anse saldato con maglia centrale angolare per l’integrazione di bracciale/cinturino, dalle sfere Breguet “à pomme” in oro – sfaccettate e luminescenti – e, last but not least, dal giro delle ore a numeri romani applicati, sempre in oro. Vi è da sottolineare, in particolare per le versioni in oro rosa, che Breguet non ha voluto rinunciare ad uno dei suoi “cavalli di battaglia”, ossia l’arte del guillochage: un esercizio stilistico mirato a porre in evidenza le differenti indicazioni sul quadrante, come da intento originario del Maestro di Neuchâtel, in virtù di un effetto di profondità. Sotto il profilo tecnico, i calibri automatici che equipaggiano i tre modelli sono interamente concepiti all’interno della manifattura: sono testati in 6 posizioni differenti; prevedono una spirale in silicio, un materiale, come noto, dalle molteplici qualità fra cui l’insensibilità al magnetismo, utilizzato anche per lo scappamento ad àncora in linea invertita  (cioè con i corni dell’àncora imperniati sullo stelo, mentre nell’ancora classica sono un tutt’uno); il bilanciere è a regolazione inerziale su quattro masse periferiche; il rotore è in oro. Squisitamente per il Marine Alarme Musicale 5547, aggiungiamo che oltre all’ora dell’allarme stesso, posizionato al 3, una finestrella circolare al 12 indica l’attivazione della sveglia (con il simbolo della campanella), il secondo fuso è al 9, e la riserva di carica della suoneria è stata inserita tra il 9 e il 12. In un simile contesto, con la corona al 2 si ricarica la base tempo e l’allarme, si regola la data  e l’ora, con la corona al 4 s’interviene sul secondo fuso e sull’ora della sveglia, mentre il pulsante al 7 attiva e disattiva l’allarme.

Movimento cronografico automatico, calibro 582QA, in fase di assemblaggio del martello d’azzeramento, mancante di parte del dispositivo cronografico. È di tutta evidenza, comunque, la derivazione Lemania del meccanismo, con smistamento a navette e innesto orizzontale.


Da circa 25 anni, giornalista specializzato in orologeria, ha lavorato per i più importanti magazine nazionali del settore con ruoli di responsabilità. Freelance, oggi è Watch Editor de Il Giornale e Vice Direttore di Revolution Italia

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