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Lange & Söhne Datograph, Perpetual Tourbillon Honeygold “Lumen” e Up/Down 

Il 2024 di A. Lange & Söhne comincia omaggiando i 25 anni dal lancio del Datograph, dotato di uno dei movimenti cronografici “haut-de-gamme” più riconosciuti del XXI secolo. Ecco, quindi, il Datograph Perpetual Tourbillon Honeygold ,  un pluricomplicato che la Casa sassone ha voluto completare con la tecnologia “Lumen”, ossia una luminescenza per contrasto direttamente proporzionale all’intensità del buio: tutte le peculiarità di cronografia, calendario perpetuo e tourbillon, proprie della tradizione sassone, si manifestano in tutta la loro efficacia, in un unico pezzo. E, poi, il Datograph Up/Down viene proposto in oro bianco, con quadrante blu, una primizia in grado di garantire una riserva di carica di 60 ore. 

Osserva Wilhelm Schmid, CEO di A. Lange & Söhne: “Un orologio è una combinazione di elementi tecnici ed estetici. In Svizzera si producono svariati milioni di esemplari, in Germania diverse centinaia di migliaia, e non è una questione di orologeria elvetica o tedesca ma, a mio giudizio, nell’alto di gamma, si tratta di una ‘confezione’ che viene offerta, un insieme di contenuti, che può piacere o meno. La nostra ‘confezione’ comprende ingegnerizzazione tedesca al più alto livello, capacità e professionalità nell’estetica al top, combinate con un approccio al design molto misurato e calibrato, tipico della nostra cultura. In sintesi, per me è possibile confrontare singoli orologi, a parità di funzioni, sotto il profilo della migliore performance oggettiva, ma non si possono raffrontare le tradizioni che li hanno generati. In un simile macroambito, è più una questione di gusto e sensibilità personale, non c’è una tradizione superiore e una inferiore, un design può essere rappresentato nel medesimo modo in Germania come in Svizzera, e sarà il cliente a fare la sua scelta, squisitamente soggettiva”. Parole decisamente condivisibili, perché, a certi livelli orologieri, proclamare un vincitore è opera  poco proponibile, e tali dovrebbero essere le argomentazioni di una scelta simile, che si rischierebbe di perdere il filo del ragionamento oggettivo. Un esempio in questo senso, è costituito dal nuovo Datograph Perpetual Tourbillon Honeygold “Lumen”, che la manifattura sassone ha lanciato durante Watches and Wonders 2024, per celebrare il venticinquennale del Datograph, un concept cronografico mirabile. L’omaggio, dunque, ha voluto esplicitare una delle tante qualità del Datograph – già, di per sé qualificato dalla funzione flyback, dai minuti “saltanti esattamente” e dalla scala tachimetrica periferica -,  ossia quella d’interagire con altre complicazioni, come il calendario perpetuo e il tourbillon con arresto dei secondi.

Datograph Perpetual Tourbillon Honeygold “Lumen”, in oro miele, da 41,5 mm (spessore di 14,6 mm); vetro zaffiro, fondello fissato da sei viti e integrato da vetro zaffiro; pulsanti crono e, al 10, pulsante per la regolazione rapida del calendario in avanti. Quadrante “open worked” semi-trasparente: scala tachimetrica periferica, grande data a doppia finestrella al 12, minuti crono/mesi/ciclo bisestile al 4, fasi di luna al 6, piccoli secondi/giorno della settimana/giorno-notte all’8. Movimento manuale di manifattura, calibro L952.4. Cinturino in alligatore di colore marrone scuro; fibbia déployante in oro miele. Edizione limitata a 50 esemplari.

Il Datograph Perpetual Tourbillon Honeygold sotto l’effetto “Lumen”, con tutte le superfici “utili” del quadrante accese dal trattamento con materiale luminescente: la sfera dei secondi crono ne è interamente rivestita.  

In edizione limitata a 50 esemplari, questa variante complicata, rimanda indietro nel tempo, per la precisione al 2016, quando fece il suo esordio vestita in platino, per poi, essere declinata in oro bianco nel 2019. L’intento, oltre all’adozione dell’”oro miele”, un’esclusiva Lange, è stato quello di mostrare una simile finezza tecnica anche al buio. Iniziando dal Datograph, ed in estrema sintesi, va detto che la sua concettualizzazione partì dal quadrante, e dall’idea di Günter Blümlein (nel 1999, CEO e principale responsabile della rinascita) di creare un triangolo equilatero tra contatori e gran data. E per evitare la possibilità d’imitazioni, volle che i contatori dei secondi continui e dei minuti crono venissero abbassati rispetto alle tradizionali posizioni di ore 3 e ore 9, pur sapendo che questo avrebbe comportato una revisione totale dello schema progettuale, prediletto da Lange, ossia lo smistamento via ruota a colonne con innesto orizzontale. Compito che la responsabile del design dei movimenti, l’ingegner Annegret Fleischer, dovette risolvere – il disco delle unità della gran data era vicinissimo agli assi di rotazione dei sub-contatori, lasciando poco spazio al dispositivo crono –, considerato che  il layout grafico del quadrante fu approvato poco dopo l’avvio del progetto Datograph (1995) e il Direttore dello Sviluppo Prodotto, Reinhard Meis ancora non sapeva come concepire l’architettura del movimento funzionale. L’ulteriore plus del calibro iniziale del Datograph, il L951.1, furono i minuti saltanti “esattamente”: una camma a chiocciola calettata sull’asse dei minuti crono è attivata da una leva, sulla cui estremità è montato un segmento in rubino, nell’esatto momento in cui i secondi crono esauriscono il giro sulle 60 unità. Osservando l’architettura del meccanismo cronografico integrato del Datograph, la sua efficacia e la composizione micrometrica della trasmissione e degli innesti leve-camme, uno dei più grandi orologiai contemporanei, Philippe Dufour, noto anche per la sua schiettezza, ebbe a dire, contraddicendo, in qualche misura l’affermazione di Schmid, sopra riportata: “Prendi 10 movimenti cronografici nell’attuale portafoglio di brand haut-de-gamme, mettili vicino al calibro del Datograph ed esprimi un onesto commento su ciò che vedi. Questo è il miglior modo di giudicare, analizzando la verità”. Eccoci, poi, alla complicazione “Perpetual”, un calendario perpetuo le cui indicazioni, come i minuti crono, sono “saltanti esattamente”, un approccio alle indicazioni dinamiche, assolutamente imprescindibile per la Casa tedesca: ciò avviene mediante una camma a molla che scatta a mezzanotte e agisce sulla leva principale del calendario, funzionale a far avanzare, mediante altre leve, datario, fasi lunari e giorno della settimana. 

Il fondello, fissato da sei viti, apre alla vista il fronte posteriore del calibro manuale complicato L952.4: accoglie le complicazioni del Tourbillon, in alto, e del dispositivo cronografico, in basso, con, in primo piano la ruota a colonne. A  livello di finiture, ecco i ponti in alpacca naturale, smussati ad Anglage, i castoni d’oro lucidati e le viti azzurrate. La platina è rifinita a Perlage. 

Fronte posteriore del calibro manuale di manifattura l952.4: 684 elementi, 32,6 mm x 9 mm, 57 rubini (di cui un copri perno in diamante), bilanciere a regolazione inerziale (spirale libera) oscillante a 18.000 alternanze/ora, gabbia del tourbillon (a un minuto) a tre bracci, riserva di carica di 50 ore. In alto, la ruota a colonne per lo smistamento delle funzioni cronografiche, a destra la ruota dentata dei minuti crono e si può scorgere, centralmente, il sistema di ruotismi che compongono l’innesto laterale, una prerogativa di A. Lange & Söhne.

Fronte anteriore del calibro manuale di manifattura l952.4, destinato al dispositivo del calendario perpetuo: anelli delle decine e delle unità della Gran Data, disco del ciclo bisestile (sottende una camma, con cui interagisce la leva del campionatore della lunghezza dei mesi), disco delle fasi lunari trasparente, disco relativo all’indicazione giorno-notte. 

Assolutamente innovativa è la programmazione e la visualizzazione dei mesi, che non avviene attraverso la tradizionale ruota a 48 denti – con scanalature di diversa profondità, a campionare la differente durata dei mesi – interagente con una grande leva per la “comunicazione” dell’eventuale scatto data anticipato, prima del 31. Lange ha brevettato un anello mensile periferico, sotto al quale una componente a forma di onda – occupa molto meno spazio rispetto alla ruota da 48 denti – viene letta dalla grande leva caricata a molla: la cresta si riferisce ad un mese di 31 giorni, mentre una rientranza individua i mesi da 28 a 30 giorni. Ogni mese l’anello ruota di 30° e, tale rotazione è funzionale alla deviazione della leva lungo la suddetta “onda”: più questa è marcata più breve è il mese. A febbraio, un estensore della leva del campionatore entra in contatto con una camma sotto il disco dell’anno bisestile, al fine di determinare la corretta lunghezza del secondo mese dell’anno. Infine, le fasi lunari sono astronomiche, ossia prendono in considerazione la rivoluzione sinodica del satellite terrestre, in modo tale da richiedere la correzione di un giorno dopo 122,6 anni. Il pulsante di correzione rapida al 10, in avanti, riguarda tutte le indicazioni del calendario, mentre tre correttori sulla carrure consentono di regolare separatamente le fasi lunari, il giorno della settimana, il mese e l’anno bisestile. E veniamo al Tourbillon Lange che, a partire dal 2008, incorpora il meccanismo di arresto dei secondi: estraendo la corona, avviene il rilascio, tramite un meccanismo a leva, di una molla di arresto verso il bilanciere, che consente di arrestare istantaneamente sia il bilanciere stesso che la gabbia del tourbillon, al fine di effettuare le regolazioni della base tempo al secondo esatto. Reinserendo la corona il meccanismo riparte all’istante. Tali complicazioni si collocano in modo armonico sul quadrante a vista, con la Grande Data a doppia finestrella, al 12, piccoli secondi/giorno della settimana/ giorno-notte, a sinistra, minuti crono/mesi/ciclo bisestile, a destra, e fasi lunari al 6. La tecnologia “Lumen“ permette, attraverso il rivestimento luminescente delle componenti piene del quadrante “open worked” semi-trasparente, di far brillare per contrasto le funzioni: più l’ambiente è buio, più risaltano gli elementi luminescenti. Per quanto riguarda le sfere, la sostanza luminescente è presente, parzialmente, su quelle ore/minuti, mentre la lancetta dei secondi crono ne è completamente rivestita. Infine, il calibro di manifattura manuale, che anima questo possente pluricomplicato di A. Lange & Söhne, è l’L952.4, composto da 684 elementi (ricordiamo che la Casa sassone assembla sempre due volte i propri segnatempo), bilanciere a regolazione inerziale dotato di spirale libera, oscillante a 18.000 alternanze/ora e riserva di carica di 50 ore. La scala dei secondi crono è composta da 300 tacche, a significare una misurazione a 1/5 di secondo. Per il resto, a  livello di finiture, ecco i ponti in alpacca naturale, i castoni d’oro lucidati e le viti azzurrate, osservabili attraverso il vetro zaffiro integrato al fondello, chiuso da 6 viti. La cassa in oro miele da 41,5 mm prevede uno spessore di 14,6 mm, mentre il Datograph  Perpetual Tourbillon Honeygold è il sesto modello della serie limitata “Lumen” e solo il secondo, dopo lo Zeitwerk Honeygold “Lumen” (2021) a combinare le particolari durezza e  lucentezza dell’oro miele con il sofisticato rivestimento luminescente. Possiamo, quindi, sostenere che l’ulteriore plus di questo modello è di presentare un pluricomplicato sotto una nuova luce. 

Datograph Up/Down, in oro bianco, da 41 mm (spessore di 13,1 mm); vetro zaffiro, fondello fissato da sei viti e integrato da vetro zaffiro; pulsanti crono e, al 10, pulsante per la regolazione rapida della Grande Data. Quadrante blu mat, contatori argenté rifiniti azurée: scala tachimetrica periferica, grande data a doppia finestrella al 12, minuti crono al 4, piccoli secondi all’8, riserva di carica al 6. Movimento manuale di manifattura, calibro L951.6. Cinturino in alligatore di colore blu; fibbia ad ardiglione in oro bianco. Edizione limitata a 125 esemplari.

 

Il fondello, fissato da sei viti, permette di osservare il fronte posteriore del calibro manuale L951.6. Se ne apprezza la complessità nell’architettura, le raffinate finiture e la sempre affascinante disposizione orizzontale dell’innesto cronografico.

L’omaggio ai 25 anni del Datograph, comunque, non si ferma qui, perché la Casa sassone ha voluto aggiungere anche un esemplare più essenziale nella sua espressività cronografica, quale il Datograph Up/Down, in una versione in oro bianco, con quadrante blu, in serie limitata a 125 esemplari. L’originario calibro manuale L951.1, infatti, le cui qualità tecniche abbiamo evidenziato poc’anzi, è stato evoluto su ben 13 modelli con funzione cronografica, tra i quali, il calibro L951.6, adattato sul Datograph Up/Down, lanciato nel 2012, dotato di un’indicazione della riserva di carica aumentata a 60 ore: questa è posizionata, simmetricamente alla gran data, ad ore 6. La punta di freccia, applicata su di un piccolo disco centrale, percorre la scala tra i due estremi – AUF e AB, ossia UP e DOWN – e, al terzo giorno dalla piena carica “imbocca” la sezione rossa: è giunto il momento di rimettere mano alla corona per riportare la freccia in corrispondenza di “AUF”. Per il resto, il calibro L951.6, è composto da 451 elementi (ricordiamo, come per tutti i movimenti Lange, che viene assemblato due volte) e scorre su 46 rubini, mantenendo le caratteristiche primarie di base: 18.000 alternanze/ora, smistamento crono via ruota a colonne e innesto orizzontale. Il ponte del bilanciere a regolazione inerziale, mediante i sei pesi eccentrici, con spirale libera, è caratterizzato, una consuetudine per Lange, da un ponte inciso a mano con un guillochage unico per ogni pezzo, sul quale “poggia” l’ulteriore sistema regolatore a declino, mediante vite micrometrica laterale e molla di ritegno a collo di cigno. L’insieme, completato da viti azzurrate alla fiamma e quattro castoni in oro avvitati, è osservabile attraverso il fondello, chiuso da sei viti, e integrato da vetro zaffiro piatto: di altissimo livello, le finiture artigianali, specialmente sugli angoli acuti interni delle leve (bascula d’innesto della cronografia su tutte) e sui ponti in alpacca naturale. Riguardo il quadrante blu (base in argento 925),  “avvolto” da una scala tachimetrica periferica, ecco l’inconfondibile triangolo equilatero, con,  al vertice, la Grande Data a doppia finestrella incorniciata a ore 12, e la base costituita dai due contatori ausiliari disposti sotto l’asse orizzontale centrale, su fondo argenté rifinito azurée: piccoli secondi all’8 e minuti crono al 4. Completano l’insieme, come consuetudine per il Datograph, i pulsanti crono a sezione rettangolare e quello al 10 preposto alla correzione rapida della data. Va aggiunto che, per il Datograph Up/Down, il blu è una prima assoluta. Tale versione, sempre da 41 mm (spessore di 13,1 mm) si aggiunge alle altre due in catalogo, ossia, entrambe con quadrante nero, in platino e in oro rosa. Osserva Anthony de Haas, Direttore dello Sviluppo Prodotti di A. Lange & Söhne: “La progettazione e la realizzazione di cronografi di prim’ordine è ancora oggi una delle più grandi sfide dell’alta orologeria. Con il Datograph, i nostri ingegneri hanno creato già 25 anni fa un capolavoro che unisce funzioni altamente sofisticate con un quadrante dal design equilibrato. Questa combinazione unica di tecnologia sofisticata e design espressivo fa del Datograph un emblema della nostra filosofia votata all’innovazione costante e funge da stimolo per gli sviluppi futuri.”

Fronte posteriore del calibro manuale di manifattura L951.6: 451 elementi, 30,6 mm x 7,9 mm, 46 rubini (di cui quattro con castoni in oro), bilanciere a regolazione inerziale (spirale libera) oscillante a 18.000 alternanze/ora, sistema di regolazione a declino mediante vite laterale micrometrica con molla di ritegno a collo di cigno, riserva di carica di 60 ore. A sinistra, si vede la ruota a colonne per lo smistamento delle funzioni cronografiche, ad attivare l’innesto centrale orizzontale; in alto, la ruota dentata dei minuti crono, come evidente, ribassata rispetto all’asse centrale.


Da circa 25 anni, giornalista specializzato in orologeria, ha lavorato per i più importanti magazine nazionali del settore con ruoli di responsabilità. Freelance, oggi è Watch Editor de Il Giornale e Vice Direttore di Revolution Italia

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