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PHILLIPS, Geneva Watch Auction XIII, 8 e 9 maggio 2021, con highlights eccezionali

Il prossimo weekend a Ginevra, l’alta orologeria vivrà un ennesimo momento da ricordare, in virtù dell’evento ginevrino “XIII”, curato dalla Casa d’Aste Phillips, in associazione con Bacs & Russo. Protagonista assoluta sarà una referenza 2523 di Patek Philippe, Ore del Mondo, sconosciuta fino ad oggi, una delle tre esistenti, sul cui quadrante è riprodotta, in smalto cloisonné, la mappa dell’Eurasia. Patek Philippe è ancora protagonista, con le ref. 5004 e 2499, Rolex, in particolare con la ref. 6036 e una serie di Daytona “Paul Newman”, Audemars Piguet con i Royal Oak e non mancano, tra i brand più “giovani” pezzi di richiamo di Richard Mille, François-Paul Journe, Roger Smith e De Bethune. 

Gli appassionati e i collezionisti di alta orologeria il prossimo 8 maggio tratterranno senz’altro il fiato quando, presso l’Hotel “La Resèrve” di Ginevra, Aurel Bacs, Senior Consultant della Casa d’Aste Phillips e “battitore” d’eccezione,  “introdurrà” il lotto 33, ossia la referenza 2523 di Patek Philippe, Ore del Mondo a due corone, denominata “The Silk Road”, per recare, sul quadrante, in smalto cloisonné, la massa continentale dell’Eurasia. Risalente al 1953, si tratta di uno dei tre modelli con questa tipologia di quadrante, attualmente noti, e per la precisione il primo 2523 con quadrante cloisonné realizzato da Patek Philippe. Delle undici referenze 2523, Ore del Mondo, conosciute, con quadranti in smalto cloisonné, sei presentano il Nord America, tre il Sud America e, per l’appunto, tre l’Eurasia. Di questi tre esemplari raffiguranti i continenti europeo e asiatico, uno si trova nel museo Patek Philippe, l’altro in un’importante collezione privata, mentre il modello che andrà in asta, fino agli ’90 parte di una prestigiosa collezione in Italia, è stato acquistato dall’attuale proprietario (europeo). Aurel Bacs, Senior Consultant Bacs & Russo e Alex Ghotbi, Head of Watches, Continental Europe and Middle East, hanno commentato: “La presente referenza 2523, con quadrante in smalto cloisonné è davvero il top assoluto per molti collezionisti, l’”end game”. Probabilmente, è difficile trovare un termine più abusato nel mondo del collezionismo di orologi, ma questo è l’unico caso in cui la parola può essere usata con il suo significato originale e non interpretato: l’orologio in oggetto è – in poche parole – uno degli orologi più ricercati al mondo, introvabili, attraenti e leggendari; l’unico parallelo, in termini di pura importanza orologiera, nel contesto degli esemplari da polso, può essere trovato nel Patek Philippe, ref. 1518, in acciaio inossidabile”. 

Patek Philippe, ref. 2523 Two-Crown Worldtime “The Silk Road”, del 1953, in oro giallo. Sul quadrante è riprodotta, in smalto cloisonné, la massa continentale dell’Eurasia. Meccanico manuale. Modello rarissimo. Stima: 3.160.000 euro.

Patek Philippe, ref. 2523 Two-Crown Worldtime “The Silk Road”, del 1953. Movimento meccanico manuale, n. 720.301, calibro 12’’’ 400HU, montato su 18 rubini; bilanciere con viti di compensazione, regolazione a vite micrometrica con molla di ritegno a collo di cigno, pietra di controperno sulla ruota di scappamento.

La referenza 2523 è stata lanciata nel 1953 e presenta una cassa oversize (per l’epoca) da 36 millimetri, con due corone e un anello periferico delle città,  parte integrante del quadrante, e non inciso sulla lunetta. Erano disponibili due versioni: ref. 2523, con anse più grandi saldate, angolose e sovrastanti la lunetta; ref. 2523/1, con un diametro leggermente più ampio e anse più sottili, non sovrastanti la lunetta. Il quadrante policromo è veramente d’effetto, in smalto cloisonné, reso in tonalità di blu marino, oro, verde e turchese. Si parte da una stima di 3.160.000 euro: che battaglia sia e vedremo se si raggiungerà un’aggiudicazione da record assoluto. Ricordiamo, in ultimo, che la ref. 2523 con quadrante cloisonné, in asta, negli ultimi 20 anni, è stata battuta solo 4 volte: nel 2002 (Eurasia), nel 2006 (Nord America), nel 2012 (ancora Nord America), e dopo 10 anni, il presente esemplare.

Patek Philippe, ref. 2499 “The First Series”, cronografo con calendario perpetuo e fasi di luna, del 1953, in oro giallo (calendario in italiano). Meccanico manuale. Stima: 904.000 – 1.810.000 euro.

Patek Philippe, ref. 2499 The Second Series “The Hanseatic Rose”, cronografo con calendario perpetuo e fasi di luna, del 1957, in oro rosa (calendario in tedesco). Meccanico manuale. Stima: 1.360.000 – 2.710.000 euro.

Patek Philippe, ref. 5950R “Pink on Pink”, su cassa coussin, cronografo sdoppiante (pulsante coassiale alla corona), del 2016, in oro rosa (quadrante rosa). Edizione limitata a 15 pezzi. Meccanico manuale, calibro CHR 27-525 PS. Stima: 181.000 – 362.000 euro.

Patek Philippe, ref. 5004A, cronografo sdoppiante con calendario perpetuo e fasi di luna (da aggiungere, l’indicazione delle 24 ore), del 2012, in acciaio (calendario in inglese). Meccanico manuale, calibro CHR 27-70 Q. Stima: 181.000 – 362.000 euro.

Gli altri highlights

Nell’introdurre i lotti selezionati per questa Auction XIII ginevrina di Phillips, Aurel Bacs, Senior Consultant Bacs & Russo e Alex Ghotbi, Head of Watches, Continental Europe and Middle East, hanno dichiarato congiuntamente: “Abbiamo curato un’eccezionale selezione di orologi, che abbracciano la maggior parte del XX e XXI secolo, dimostrando il savoir-faire, la tecnica e l’abilità nel design dell’industria orologiera. In offerta, ci sono orologi che attireranno sia il giovane appassionato, che il collezionista più esperto. Ciò che tutti questi orologi hanno in comune è la loro rarità, lo stato di conservazione e la loro rilevanza nel panorama orologiero odierno”. Puntualizziamo che i lotti sono stati così suddivisi: l’8 maggio, dalle ore 14, ora di Ginevra, dal n. 1 al n. 130; il 9 maggio, dalle ore 14, ora di Ginevra, dal n. 131 al n. 236 Conferme a queste affermazioni ce ne sono, e moltissime. A partire dalle quattro referenze 2499 di Patek Philippe (cronografi con calendario perpetuo), appartenenti, ognuna, alle altrettante serie di produzione della referenza. Da citare: quella appartenente alla Prima Serie (risalente al 1953) in oro giallo da 37,5 mm, con calendario in italiano – assai raro -, valutata 904.000-1.810.000 euro; esemplare relativo alla Seconda Serie (risalente al 1957) in oro rosa da 37,5 mm, con calendario in tedesco, poco indossato e in condizioni eccezionali, stimato 1.360.000–2.710.000 euro.

Ecco, poi, un modello estremamente raro e pregiato, quale la ref. 5004A di Patek Philippe, in acciaio da 36 mm, un cronografo rattrapante con calendario perpetuo  (stima 181.000 – 362.000 euro): ne sono stati realizzati solo 50 esemplari e solo 6 di questi sono stati posti sul mercato collezionistico, essendo la referenza assente dai cataloghi della Maison e riservata solo ai migliori clienti del marchio e su richiesta. Patek Philippe, ça va sans dire, assoluta protagonista dell’asta con 60 pezzi offerti, si segnala ancora con una serie di orologi da polso automatici con calendario perpetuo, come, ad esempio, la ref. 3448 Padellone, da 37 mm, del 1977, calendario perpetuo con fasi di luna in oro bianco con quadrante grigio chiaro e bracciale originale (calibro 27-460 Q, stima di 181.000 – 362.000 euro): vi è anche un’altra referenza 3448, marcata Gübelin, dello stesso anno, in oro giallo da 37,5 mm (stima 108.000 – 181.000 euro). Riguardo esemplari più moderni della Casa ginevrina, sottolineiamo la ref. 5950R del 2016, in oro rosa su cassa coussin da 36,5 mm, denominata “Pink on Pink”, cronografo sdoppiante (coassiale alla corona) con quadrante rosa, meccanico manuale, calibro CHR 27-525 PS (stima 181.000 – 362.000 euro).

Patek Philippe, ref. 3448/17 “The Pearl Grey Padellone”, calendario perpetuo con fasi di luna, del 1977, in oro bianco con quadrante grigio chiaro e bracciale originale. Meccanico automatico, calibro 27-460 Q. Stima: 181.000 – 362.000 euro.

Rolex, ref. 6036 “The Joyeria Riviera Killy”, Dato-Compax (cronografo con calendario completo), del 1953, in acciaio, con quadrante marcato “Joyeria Riviera” (dettagliante di Cuba). Meccanico manuale, calibro 72C. Bracciale Gay Frèrès. Stima: 136.000 – 226.000 euro.

Rolex, ref. 1831 Day-Date “The Imperial No. 001”, del 1977, in platino (cassa Oyster Quartz), con lunetta e indici in diamanti, quadrante blu. Meccanico automatico, calibro 1566.  Stima: 127.000 – 253.000 euro.

 

Rolex, ref. 6241 Cosmograph Daytona “Paul Newman”, del 1968, in acciaio, con quadrante nero e avorio. Meccanico manuale, calibro 722-1. Stima: 108.000 – 199.000 euro.

 

L’altra regina del mercato collezionistico, ossia Rolex, è presente con ben 66 esemplari, in quest’asta. Di particolare rarità e importanza, è una ref. 6036 in acciaio, del 1953, venduta al dettaglio da Joyeria Riviera (stima 136.000 – 226.000 euro). Originariamente consegnato in asta, dal primo proprietario, oltre un decennio fa e riapparso solo una volta da allora, questo Dato-Compax (cronografo con calendario completo) è in condizioni originali ed è uno tra i pochi “Killy” con quadrante marcato dal rivenditore. In tal senso, infatti, pochi rivenditori hanno avuto l’opportunità di imprimere il proprio nome sugli orologi Rolex, e farlo è stato un onore: unitamente a nomi molto noti e riconosciuti come Tiffany & Co., Asprey, Cartier e Van Cleef & Arpels, il dettagliante cubano Joyeria Riviera ha firmato alcuni modelli che, per questo motivo, sono i preferiti tra i collezionisti, per la loro esclusività. Segnaliamo, poi, la referenza in platino 1831, decisamente esclusiva, un Rolex Day-Date automatico (calibro 1566), ma assemblato in una cassa Oyster Quartz (127.000 – 253.000 euro la stima). Si tratta di un Day-Date assai raro, poiché risulta essere stato prodotto nel 1977, solo per lo Scià dell’Iran: appartiene, dunque, ad una serie di modelli donati ai più illustri dignitari di Sua Maestà e ai membri della sua ristretta cerchia. Secondo le ricerche effettuate, risulta che tale ref. 1831 sia stata prodotta in soli otto esemplari, in platino: quello offerto in asta è inciso sul fondello con il n. 001, il che porta a ritenere che sia stato il primo del lotto ad essere realizzato. Immancabili, ovviamente, i Daytona “Paul Newman” in acciaio, con particolare evidenza per una ref. 6241 con quadrante avorio su fondo nero, calibro manuale 722-1, risalente al 1968 (stima 108.000 – 199.000 euro). Proseguiamo con il Submariner, referenza 5513, in acciaio, del 1964, da 39 mm, con quadrante nero “Explorer” (valutato 90.400 – 181.000 euro): i riconoscibili numeri arabi “explorer” al 3/6 e 9, sono accompagnati da altri elementi particolarissimi sul quadrante, quali la sottolineatura al 6, sotto al nome “Submariner” e la doppia indicazione “T <25″, sempre  ad ore 6, in corrispondenza della scala della minuteria.

 

Rolex, ref. 5513 Submariner “Underline Explorer Dial””, del 1964, in acciaio, con quadrante nero “Explorer”. Meccanico automatico, calibro 1530.  Stima: 90.400 – 181.000 euro.

Audemars Piguet, ref. 25636RP Royal Oak  “Openwork”, del 1996, in oro rosa con lunetta in platino, quadrante a vista sul movimento (ad eccezione delle quattro fasce dei contatori). Meccanico automatico, calibro 2120/2800. Edizione limitata a 25 pezzi. Stima: 54.200 – 108.000 euro.

Audemars Piguet, ref. 5402st Royal Oak “B Series”, del 1978, in acciaio, con quadrante Tapisserie. Meccanico automatico, calibro 2121. Stima: 36.200 – 72.300 euro

Audemars Piguet, ref. 25721ST Royal Oak  Offshore “The Tropical Beast”, del 2000, in acciaio, quadrante marrone. Meccanico automatico, calibro 2126/2840. Stima: 18.100 – 36.200 euro.

Spazio, poi, all’Audemars Piguet Royal Oak, lo sportivo di lusso per antonomasia. Lanciato nel 1972 alla Fiera di Basilea, fece immediatamente scalpore poiché l’industria orologiera non aveva mai visto nulla di simile prima. A sottolineare tale elemento, Phillips, in quest’asta, ha compilato una delle serie più ampie e complete di Royal Oak (sono 18 pezzi sui 22 Audemars Piguet proposti) mai presentati all’incanto. Tra essi, citiamo una referenza 5402ST, del 1978, in acciaio da 39 mm, appartenente alla serie “B” (ne furono prodotti circa 1.000 esemplari), dotato del calibro ultrapiatto 2121 (stima 36.200 – 72.300 euro) e una del 1973, da assegnare alla serie “A” (ne furono realizzati 2.000 esemplari), dalle medesime dimensioni e movimento (stima 27.100 – 45.200 euro); è proposto anche un esemplare, del 1975, non appartenente ad alcuna delle quattro serie della ref. 5402ST. Sottolineiamo, poi, alcuni complicati Royal Oak, tra cui dei calendari perpetui scheletrati: in acciaio, ref. 25829ST, del 1995 (calibro automatico 2120/2802, stima 63.300 – 127.000 euro); in oro rosa con lunetta in  platino (ref. 25636RP), del 1996, parte di una serie limitata di soli 25 pezzi (stima 54.200 – 108.000 euro). Troviamo anche una delle prime “Beasts” del Royal Oak Offshore della serie E (ref. 25721ST),  in acciaio inossidabile da 42 mm, risalente al 2000, con quadrante “tropical” (18.100 – 36.200 euro). Fra i 236 lotti che saranno presentati nell’asta, spicca l’unico Richard Mille, un RM022 Tourbillon Aerodyne Dual Time, Red Quartz Limited Edition, del 2018 (stima 226.000 – 452.000 euro), realizzato in Quarzo TPT e Carbonio TPT, da 40 x 50 mm. Fa parte di tre serie da 10 esemplari ognuna, nei colori rosso, blu e bianco: nel dettaglio, lunetta e fondello sono in Quarzo TPT, ultraresistente e leggero, mentre la carrure è in Carbonio TPT. Per ottenere il rosso brillante, sottili fibre di quarzo, con uno spessore non superiore a 45 micron, sono state prima allineate e saturate in resine colorate, quindi riscaldate e sottoposte a una pressione di 6 atmosfere prima di essere lavorate.

Richard Mille, RM022 Tourbillon Aerodyne Dual Time “red Quartz”, del 2018, in Quarzo TPT e Carbonio TPT, quadrante a vista: selettore di funzione, riserva di carica, indicazione della coppia: Meccanica manuale, calibro RM022. Stima: 136.000 – 271.000 euro

Harry Winston, Opus One “Turquoise Tourbillon”,  del 2001, in platino, quadrante blu. Movimento meccanico manuale di François-Paul Journe, calibro 1498, Tourbillon con Remontoir d’Égalité e riserva di carica. Stima: 136.000 – 271.000 euro.

Roger Smith, Series 1 “Onely Theo Fennel”,  del 2005, rettangolare in oro bianco, quadrante argenté guilloché; solotempo con piccoli secondi e datario retrogrado. È uno dei tre esemplari della Serie 1 commissionati dal gioielliere inglese Theo Fennel. Movimento meccanico manuale rettangolare di R. Smith. Stima: 36.200 – 72.300 euro.

Orologeria Indipendente – Highlights Phillips

Da sempre, approfondisce e dà spazio all’orologeria indipendente, e sta contribuendo in modo sostanziale alla creazione di un forte interesse su nomi, forse un po’ meno noti per i non addetti i lavori, ma di altissimo profilo. È il caso di François-Paul Journe, a cui sono stati destinati ben undici lotti, tra cui l’Octa Calendrier à Souscription del 2003 in platino (stima  36.200 – 72.300 euro), il Chronomètre à Résonance del 2002, da 38 mm in platino con movimento in ottone (90.400 – 136.000 euro la stima), il Tourbillon Souverain “38 mm Brass Movement” con Remontoir d’Égalité in platino (uno dei primissimi modelli marcati dal Maestro marsigliese, nel 1999 e stimato 226.000 – 407.000 euro) e il Centigraphe S del 2013, openworked nei contatori, in alluminio, manuale (27.100 – 54.200 euro). Sempre Journe è protagonista, nell’Opus One “Turquoise Tourbillon” di Harry Winston, in platino da 38 mm, risalente al 2001, sul quale è stato adattato il suo meccanismo del Tourbillon Souverain con Rémontoir d’Égalitè (valutato 136.000 – 271.000 euro). Durante il suo periodo come CEO di Harry Winston Rare Timepieces, all’inizio degli anni 2000, Max Büsser ha lanciato la serie Opus: in collaborazione con giovani orologiai indipendenti, il progetto collaborativo di Harry Winston, ha dato vita ad orologi che combinavano i DNA di Harry Winston e di ognuno dei suddetti orologiai, regalando al mondo segnatempo originali ed insoliti. Il primo “episodio” di questa saga, coinvolse proprio F.P. Journe e venne “distribuito” su tre modelli con movimento Journe: l’Octa con indicazione della riserva di carica, il Chronomètre à Resonance e questo Tourbillon con Remontoire d’Egalité.Proseguendo con gli indipendenti, per la prima volta in asta, compare un modello della Serie 1 “Onely Theo Fennel”, in oro bianco, di Roger Smith (stima 36.200 – 72.300 euro), in oro bianco, di forma rettangolare, risalente al 2005: è uno dei tre solotempo con datario retrogrado, relativi alla suddetta serie, commissionati dal gioielliere londinese Theo Fennel, il cui logo appare al 12. Una leggenda vivente, Roger Smith è, oggi, uno dei più importanti orologiai indipendenti, avendo lavorato come unico apprendista di George Daniels. Operativo presso l’Isola di Man, ogni orologio di Smith è rifinito a mano, su produzioni assai limitate, ogni anno. Lanciata nel 2001, la Serie 1 è stata la prima realizzata da Smith, influenzato dall’Arkade di A. Lange & Söhne: cassa rettangolare con, all’interno, un movimento rettangolare. Ispirato dal lavoro di Daniels, l’orologio presenta un quadrante guilloché con data retrograda e un movimento rettangolare con tipiche finiture inglesi, come piani smerigliati e dorati, castoni dorati e viti brunite.Infine, moltissimi altri orologi verranno battuti da Aurel Bacs, realizzati da brand quali A. Lange & Söhne, Cartier, Vacheron Constantin, Breguet, Zenith, Longines (segnaliamo un interessantissimo ref. 6630 “Swissair”, in acciaio da 47 mm, del 1955, con quadrante 24 ore, stimato 45.200 – 90.400 euro) e IWC, e da Indipendenti come Urwerk, De Bethune e MB&F.


Da circa 25 anni, giornalista specializzato in orologeria, ha lavorato per i più importanti magazine nazionali del settore con ruoli di responsabilità. Freelance, oggi è Watch Editor de Il Giornale e Vice Direttore di Revolution Italia