Richard Mille, con il RM 30-01, aggiorna uno dei suoi modelli più rappresentativi, ossia il RM 030 del 2011, in cui al rotore a geometria regolabile è abbinato un dispositivo di disinnesto dello stesso, quando l’autonomia raggiunge il suo limite superiore. Una soluzione tesa ad evitare sovraccarichi di energia e ad ottimizzare la performance cronometrica del bilanciere.
Una delle maggiori criticità di un meccanismo è la trasmissione corretta dell’energia dal bariletto, al fine di ottimizzare costantemente l’isocronismo del bilanciere. Richard Mille, su questo fronte tecnico, da tempo ha messo a punto un rotore a geometria regolabile, dipendente dal livello di “dinamismo” del possessore, al fine di accelerare e decelerare la ricarica e generare un flusso cinetico equilibrato. Non pienamente soddisfatto della soluzione, nel 2011, ha elaborato, dopo quattro anni di test e di studi, il calibro automatico RMAR1, dotato del dispositivo di disinserimento della massa oscillante quando la molla del bariletto ha raggiunto la sua massima ricarica. Un sistema questo che interpreta e cerca di affrontare la suindicata problematica in un modo più pratico, su calibri automatici, rispetto a soluzioni, sui movimenti manuali, quali il Rémotoir d’égalité o scappamento a forza costante che dir si voglia, assai delicati e, sovente, non performanti. Oggi, dopo dodici anni la Maison ha deciso di riprendere quel progetto, adattato sul modello RM 030, apportando numerose modifiche tecnico-estetiche, alla luce delle maggiori possibilità offerte dalla tecnologia, da competenze aggiuntive, da nuovi mix di finitura, finalizzate ad una più semplice fruibilità e facilità d’uso.
Come, afferma Salvador Arbona, Direttore Tecnico Movimenti, “ci siamo avvicinati a questo progetto come se l’orologio non fosse mai esistito e ci siamo chiesti, cosa poteva essere migliorato e cosa mantenuto senza rischiare di rovinare un intero segnatempo. Quindi, abbiamo aggiunto un selettore di funzioni e modificato i display. Ci è voluto un anno di lavoro, step by step, con validazioni di processo successive, tra test ‘Nadal’ sugli shock molto severi, sulla resistenza all’acqua e sul magnetismo. Per non parlare delle soluzioni armoniche nella costruzione cassa-movimento”. In effetti, il progetto relativo al RM 30-01, dimostrano l’approccio integrato nella concezione del movimento, della cassa e del quadrante. Di conseguenza, tutto è stato prodotto secondo specifiche estremamente rigorose, alla maniera dei metodi di ingegneria analitica utilizzati nella progettazione delle auto da corsa di Formula 1, dove il telaio e il motore sono sviluppati in completa armonia. Ad esempio, non viene più utilizzato l’anello di incassaggio e il movimento è supportato da gommini (ISO SW) fissati alla cassa da 4 viti in titanio grado 5. Nel dettaglio, la cassa tonneau in tre parti, dalle linee tese e dalla geometria estremamente complessa, impermeabile fino a 50 metri, grazie a due guarnizioni toriche (O-ring) in nitrile, assemblata con 20 viti a testa scanalata in titanio grado 5, misura 42 x 49,94 x 17,59 mm ed è proposta in due versioni: fondello e lunetta in oro rosso 5N abbinati alla carrure in titanio grado 5; interamente in titanio grado 5, anallergico, con un’eccezionale resistenza alla corrosione e agli urti. In quest’ultimo caso, il suo peso è stato ridotto a 96 grammi (compreso il cinturino). Rispetto al RM 030, la visualizzazione delle indicazioni, con l’aggiunta, anticipataci da Arbona, del selettore di funzione, è stata completamente modificata sul RM 30-01, permanendo dei dispositivi tecnici ampiamente consolidati per Richard Mille, a partire dal bilanciere a spirale libera con inerzia variabile (4 masselottes eccentriche interne) oscillante a 28.800 alternanze/ora, per proseguire con il doppio bariletto di carica e concludere con il succitato rotore scheletrato a geometria regolabile.
Esso si compone di un corpo centrale in titanio grado 5, del segmento ricurvo esterno in metallo pesante e, soprattutto, di alette in oro bianco regolabili su 5 posizioni – erano 6 nel recente passato – e bloccate da viti in titanio grado 5; ruota su cuscinetto a sfere in ceramica e ricarica in senso unidirezionale antiorario. Attraverso la sua regolazione, l’inerzia della massa oscillante viene modificata, adattando il riavvolgimento della molla sul livello di attività dell’utente: massima inerzia in caso di movimenti minimi del braccio e della mano; attenuazione della stessa quando si praticano sport ad alta dinamica. Su di un simile impianto, è adattato il sistema di disinnesto automatico del rotore, quando la riserva di marcia raggiunge le 55 ore (il massimo), scollegandolo dal meccanismo di carica. Tale dispositivo consente, dunque, al calibro RMAR2 di funzionare in modo assai efficiente, in quanto la coppia erogata dal bariletto presenta costantemente il rapporto coppia/potenza ottimale e permette al bilanciere prestazioni cronometriche. Quando l’energia immagazzinata inizia a diminuire scendendo sotto la soglia di 40 ore di riserva di marcia, il rotore si ricollega automaticamente per riavvolgere la molla del bariletto: il settore della riserva (al 9, nel RM 030), sul RM 30-01, è centrale, collegando lo “0”, collocato poco sotto l’asse di rotazione delle sfere ore/minuti, al “55” (dal 40 al 55 è colorato in blu), al 12, con un tratto ricurvo, con diverse, significative colorazioni, assimilabile ad un circuito automobilistico. È possibile osservare queste fasi sull’indicatore di stato del meccanismo situato a ore 11 (sul RM 030 era sotto al 12); esso mostra a chi lo indossa, se il rotore è in funzione nella fase di carica (ON) o è disinserito (OFF). Sotto il profilo squisitamente tecnico, tale azione di “declutching” del rotore dal treno di ruotismi che ingranano il bariletto primario, dipendenti dal movimento del rotore stesso, è avviata da una camma a chiocciola, calettata sull’asse di rotazione del suddetto bariletto che, al raggiungimento delle 55 ore di ricarica, ingaggia un sistema di leveraggi, determinando, da un lato lo spostamento in senso orario del treno dei ruotismi per lo sgancio del rotore dal sistema di ricarica e, dall’altro, lo scorrimento della piccola cremagliera che governa la posizione ON/OFF della ricarica (il “riaggancio” del sistema avviene quando l’autonomia scende al di sotto delle 40 ore).
In un orologio convenzionale, il rotore sottopone il bariletto ad una tensione in eccesso, una volta che la molla è completamente tesa; un eccesso, potenzialmente dannoso, che viene limitato da una brida scorrevole. Ciò può creare delle micro deposizioni di materiale all’interno del bariletto, con conseguente riduzione della fluidità di ricarica. Tornando alla descrizione, ecco, poi, l’aggiunta, sottolineata da Arbona, del selettore di funzione (gestito dal pulsante al 2), posto sopra la data, per facilitare la regolazione via corona di ora (H), data (D) e ricarica manuale (W). Il datario a doppia finestrella orizzontale, al 4 (sul RM 030 era verticale, al 7), sottende due anelli scheletrati, leggerissimi, con le cifre. All’interno, lo spettacolo della scheletratura è incorniciato da flange interne in fibra di carbonio e titanio grado 5, con trattamento superficiale DLC, con indici campiti di materiale luminescente. Ponti e platina in titanio grado 5, a garanzia di idonea rigidità su spessori contenuti, creano prospettiva e profondità attraverso la moltiplicazione di più elementi paralleli; le curvature dei modelli precedenti sono state sostituite per consentire l’emergere di una geometria a diamante, scultorea, che aggiunge maggior dinamismo alla visualizzazione delle informazioni. Completato da vetri zaffiro sia fronte quadrante che fondello, il RM 30-01, conferma quanto Richard Mille non dorma sugli allori, sviluppando e migliorando costantemente gli elevatissimi standard tecnici su cui lavora ed offrendo ai propri, selezionatissimi clienti, spunti per aggiornare la propria collezione, oppure entrare nel suo mondo, sempre mantenendo una strettissima connessione con la contemporaneità.
Da circa 25 anni, giornalista specializzato in orologeria, ha lavorato per i più importanti magazine nazionali del settore con ruoli di responsabilità. Freelance, oggi è Watch Editor de Il Giornale e Vice Direttore di Revolution Italia
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