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TAG HEUER E PORSCHE, PARTNERSHIP NEL SEGNO DEL CAR...

TAG HEUER E PORSCHE, PARTNERSHIP NEL SEGNO DEL CARRERA PORSCHE CHRONOGRAPH

La storica Maison elvetica e la celebre Casa automobilistica di Stoccarda, dopo circa 50 anni di ammiccamenti ed incontri su singoli progetti, finalmente hanno avviato una partnership a 360°, da considerare come una vera e propria brand integration, celebrata con un cronografo in edizione speciale, ça va sans dire, nella famiglia Carrera.  

Il TAG Heuer Carrera Porsche Chronograph ha sancito il matrimonio ufficiale tra la Maison elvetica, guidata da Frédéric Arnault, e la Porsche, azienda tedesca costruttrice di auto sportive di lusso. Si tratta di una vera e propria alleanza tra due marchi dal DNA comune, in una proiezione di lungo periodo, che si estende dalle competizioni allo sviluppo dei prodotti. Il CEO di TAG Heuer, Frédéric Arnault, ha così motivato tale progetto di collaborazione: “Tag Heuer e Porsche condividono la stessa storia e gli stessi valori, ma soprattutto lo stesso spirito. Proprio come Porsche, anche noi siamo rivoluzionari, sempre alla ricerca delle massime prestazioni. Con quest’alleanza, TAG Heuer e Porsche si uniscono finalmente e ufficialmente dopo decenni di incontri ravvicinati, per dare vita a esperienze e prodotti ineguagliabili per i clienti e i sostenitori di entrambi i marchi e di ciò che rappresentano”. 

Come accennato, sono veramente molti gli elementi in comune tra le due Case, a partire dalle storie imprenditoriali centrate su avanguardia e innovazione tecnologica, dalla capacità di compiere scelte coraggiose, fino ad elaborare e definire un design identificativo e timeless. Peraltro, i rispettivi fondatori, Edouard Heuer nel 1860 e Ferdinand Porsche nel 1931, sono stati dei precursori e visionari, importanti pionieri nei rispettivi settori di attività. In tal senso, ricordiamo come Heuer brevettò il dispositivo di smistamento della cronografia a pignone oscillante nel 1887 – ancora oggi in uso – e  creò il primo cronografo di manifattura, e come Porsche sviluppò il motore elettrico sul mozzo della ruota. Questi traguardi furono premiati da medaglie alle fiere mondiali, che si tennero a Parigi a undici anni di distanza l’una dall’altra. Heuer la vinse nel 1889 (in argento, per l’insieme delle sue realizzazioni, che comprendevano, allora, anche il dispositivo rattrapante, brevettato a Berlino), mentre Porsche presentò il primo veicolo ibrido a trazione integrale della storia, con motore a combustione interna e motore elettrico su ogni ruota, denominato Lohner-Porsche, all’Esposizione di Parigi del 1900. E le affinità proseguono anche con le successive generazioni “di famiglia”, con il figlio di Ferdinand, Ferry che, nel 1948, trasformò l’ufficio d’ingegneria automobilistica  in vero e proprio marchio delle quattro ruote, e con Jack Heuer, pronipote di Edouard, che nel 1963 progettò e lanciò il cronografo da polso Carrera, studiato per consentirne la lettura ai piloti, con un solo colpo d’occhio. E al nome Carrera (in spagnolo “corsa”), i due brand sono legati a filo doppio, in riferimento alla famosa e massacrante corsa che congiungeva il confine statunitense con quello guatemalteco, denominata Carrera Panamericana, interrotta nel 1954 per motivi di sicurezza (provocò ben 27 morti tra piloti e spettatori): proprio in quell’anno, la Porsche partecipò con la 550 Spyder, che si classificò terza assoluta, mentre, con le altre vetture schierate, ottenne l’intero podio di categoria. In ricordo di tale risultato, Porsche decise di chiamare con il nome  “Carrera”, i suoi motori più potenti ed i suoi allestimenti più sportivi.

Porsche 911 Carrera S: 450 CV, 3,7 secondi da 0 a 100 Km/h, 308 Km/h di velocità massima. Flyline rimasta invariata dal 1963.

I due marchi s’”incontrarono” di nuovo nel 1970, sempre su circuiti automobilistici, e vediamo come. Nel 1969, Jack Heuer aveva presentato il primo cronografo automatico di manifattura al mondo, dotato di cassa carré impermeabile, brevettato, chiamato Monaco. Il suo nome evocava il Gran Premio di Monaco e il celebre Rally di Montecarlo, che Porsche vinse per tre anni consecutivi, dal 1968 al 1970, con il suo iconico modello 911. Proprio come la Porsche 911 aveva fatto per le automobili, il cronografo Heuer Monaco, con la sua cassa distintiva, il quadrante blu metallizzato, la lancetta dei secondi rossa e la corona posizionata in corrispondenza del 9 (e non del tradizionale indice ad ore 3), aveva infranto i codici della classicità orologiera. Per le innovazioni dell’Heuer Monaco, Jack Heuer si era già sobbarcato costi notevoli, così, per evitare una costosa campagna pubblicitaria, aveva deciso di consolidare il legame tra il suo marchio e Porsche, tramite un accordo di sponsorizzazione creativa con Jo Siffert, pilota di Formula 1 e concessionario Porsche nella natia città svizzera di Friburgo. I termini contrattuali, come ricordato da Jack, erano i seguenti: “In cambio di 25 000 franchi svizzeri, doveva mettere il nostro logo sulla sua auto e sulla sua tuta. Inoltre, poteva acquistare i nostri orologi all’ingrosso e rivenderli ai suoi compagni di gara ottenendo un sostanziale profitto, cosa che fece con grande successo, perché metà del paddock di F1 aveva al polso un orologio Heuer prima della fine della stagione 1969!”. È stato grazie a questo legame che Steve McQueen, decise di sfoggiare il logo Heuer sulla sua tuta da corsa durante le riprese del film “Le Mans” nel 1970, in cui guidava una Porsche 917 (vettura con cui Siffert partecipò all’omonima “24 ore”, in quegli anni). L’ attore americano, all’epoca, ebbe modo di affermare: “Guido la stessa macchina di Jo Siffert e voglio indossare la sua stessa tuta.”  A metà degli anni ’80 il rapporto tra TAG Heuer (nome assunto dal marchio orologiero svizzero quando fu venduto al Gruppo TAG nel 1985) e Porsche divenne più stretto. Infatti, i marchi svilupparono assieme il motore TAG-Porsche che permise al team McLaren di vincere tre titoli mondiali di Formula 1 consecutivi: uno con Niki Lauda nel 1984, e due con Alain Prost nel 1985 e nel 1986. Nel 1999, la collaborazione venne ripresa, in occasione di eventi come la Porsche Carrera Cup e le gare di Supercup, seguite dal Campionato del Mondo Endurance. E non è finita, perché in qualità di partner fondatore del campionato di Formula E, TAG Heuer ha contribuito ad aumentare la visibilità delle corse monoposto in auto elettriche: nel 2019, Porsche ha creato il suo team di Formula E, proprio con TAG Heuer come partner per il cronometraggio. Inevitabile, conseguentemente, che si dovesse giungere ad una partnership con la “P” maiuscola tra i due brand, avviata ufficialmente oggi. Sostiene, Detlev von Platen, membro della Direzione Vendite e Marketing di Porsche AG: “Da decenni siamo legati al marchio TAG Heuer da una forte amicizia e sono entusiasta che ora stiamo compiendo dei passi avanti nel quadro di una partnership strategica. Uniamo ciò che i nostri clienti amano di più di entrambi: un patrimonio autentico, eventi sportivi emozionanti, esperienze di vita uniche e la realizzazione dei propri sogni. Entrambi ci impegniamo a creare momenti unici e magici per le nostre comunità. E adesso non vediamo l’ora di farlo insieme.”  L’accordo includerà anche una serie di collaborazioni in dieci edizioni della Porsche Carrera Cup. Oltre alle corse nel mondo reale, TAG Heuer si impegna anche nelle corse virtuali supportando la Porsche TAG Heuer Esports Supercup. Naturalmente, con un così ricco patrimonio comune in pista, TAG Heuer fungerà anche da partner globale nei rally e negli eventi “classici” di Porsche.

Comunicazione Heuer del 1965, in cui si esalta il know-how al top della Maison, relativamente alla cronometria delle corse automobilistiche. Il tutto associato all’immagine di una Porsche. Il claim è “Im Kampf um Sekunden…”, tradotto: “In lotta per i secondi…”

 

Locandina del film “Le Mans” con Steve McQueen, girato nel 1970. In basso si può vedere la silohuette della Porsche 917. Sulla tuta di McQueen, sponsorizzata Gulf, poi, s’intuisce, all’altezza della spalla destra, il logo Heuer. Credits – BFA Alamy Stock Photo.

Locandina dell’ultima edizione, nel 1954, della celebre e massacrante competizione automobilistica “Carrera Panamericana”. Si sviluppava, per oltre 3.000 chilometri, tra il confine statunitense e quello guatemalteco, percorrendo l’intero territorio messicano. Proprio quell’edizione vide la Porsche quale assoluta protagonista.

Insieme, non solo in pista

Oltre all’ampia collaborazione nel campo degli sport motoristici e degli e-sport, TAG Heuer e Porsche condividono anche la passione per altri due sport popolari: il golf e il tennis. Il golf si è rivelato estremamente importante per lo sviluppo degli orologi TAG Heuer Connected negli ultimi anni, portando alla creazione dell’app TAG Heuer Golf, che offre un’experience al top per gli appassionati di questo sport. Porsche gestisce anche attività golfistiche proprie, come la Porsche Golf Cup World Final e, dal 2015, è sponsor del Porsche European Open. TAG Heuer si unirà a entrambe le competizioni. Passando al tennis, Porsche sponsorizza il torneo Porsche Tennis Grand Prix di Stoccarda, di cui TAG Heuer sarà il partner ufficiale per il cronometraggio, e che vede protagoniste alcune delle giocatrici più talentuose del settore. Questo impegno, per la Casa elvetica, si inserisce nel naturale proseguimento della sua già importante presenza negli eventi Next Gen ATP e delle sue partnership con alcuni talenti emergenti. 

Il TAG Heuer Carrera Porsche Chronograph

Al fine di celebrare, con un prodotto assolutamente significativo, la collaborazione con Porsche, TAG Heuer e la Casa di Stoccarda, presentano il Carrera Porsche Chronograph, e non poteva essere scelto un modello diverso, per quanto argomentato poc’anzi. L’orologio, frutto di cooperazione tra i due brand, si basa sul design del Carrera Sport Chronograph, con la caratteristica scala tachimetrica incisa sulla lunetta (in questo caso, in ceramica nera), ma introduce una serie di dettagli ispirati all’essenza del design Porsche. A cominciare dalla scritta Porsche incisa in rosso proprio sulla lunetta fissa, con il suo inconfondibile font, utilizzato anche per gli indici. Proseguendo, poi, con i colori Porsche rosso, nero e grigio (che ricordano anche i modelli storici Heuer), presenti in tutto l’orologio – con specifico riferimento, per il rosso, ai contatori crono su fondo nero azurée, alla sfera dei secondi crono e all’anello interno della corona di carica e regolazione – e con la massa oscillante, ridisegnata in omaggio al celebre volante Porsche, in evidenza attraverso il fondello chiuso a vite e integrato da vetro zaffiro. 

TAG Heuer Carrera Porsche Chronograph, in acciaio lucido e satinato, da 44 mm: sfaccio ben evidente sulla carrure, a proseguire sulle anse; pulsanti a pompa; vetro zaffiro con trattamento antiriflesso su entrambi i lati; lunetta in ceramica nera con scala tachimetrica incisa e scritta “Porsche” in rosso; corona di carica e regolazione con anello interno in rosso; fondello chiuso a vite e integrato con vetro zaffiro. Quadrante grigio, trattato grené, effetto asfalto: scala dei secondi crono sul rehaut; indici dei minuti/secondi applicati, placcati in oro nero e luminescenti; contatori crono e dei piccoli secondi (al 6, con datario a finestrella) adattati con fondo nero azurée; lancette a bastone luminescenti. Movimento automatico di manifattura, Calibre Heuer 02: 168 componenti, 6,95 mm di spessore, 28.800 alternanze/ora, massa oscillante disegnata a riprodurre il volante Porsche (scheletrata e personalizzata con i due loghi), riserva di carica di 80 ore, innesto cronografico a frizione verticale e smistamento via ruota a colonne. Cinturino in pelle di vitello goffrata nera, con cuciture che riprendono gli interni di una Porsche, e fibbia déployante con doppio pulsante di sicurezza.

 

TAG Heuer Carrera Porsche Chronograph, nella versione con bracciale in acciaio satinato ben integrato alla cassa. La chiusura déployante prevede un doppio pulsante di sicurezza.

D’impatto anche la lavorazione grené sul quadrante grigio, effetto asfalto, creata appositamente per questo orologio, su cui spiccano, oltre alla lancette a bastone e al datario a finestrella al 6, in luogo dei tradizionali indici orari, quelli dei minuti/secondi luminescenti e placcati in oro nero (una simile grafica, in catalogo, la si trova in un paio di versioni del Carrera Calibre 16, tra l’altro, in titanio PVD nero, ed è la prima volta che viene utilizzata con il calibro Heuer 02): scelta che richiama le cifre sul cruscotto dei modelli sportivi Porsche. Il Carrera Porsche Chronograph, in acciaio da 44 mm, impermeabile fino a 100 metri e con pulsanti a pompa, è presentato sia in abbinamento a un cinturino in pelle di vitello goffrata nera – con cuciture che riprendono gli interni di una Porsche -, sia nella versione con bracciale integrato a garanzia della migliore ergonomicità al polso. Il cuore pulsante di questo cronografo è il movimento automatico di manifattura, Calibre Heuer 02. Sviluppato e prodotto in Svizzera, presso lo stabilimento TAG Heuer di Chevenez, incorpora 168 componenti, ed assicura una qualità estremamente elevata in termini di precisione e di affidabilità. Queste le sue principali peculiarità: riserva di carica di 80 ore; spessore contenuto a 6,95 mm (il che consente un design più filante della cassa e un maggiore comfort al polso); innesto crono a frizione verticale, al fine di ottimizzare la precisione delle funzioni di avvio e di arresto, nonché la fluidità del movimento della lancetta dei secondi crono centrali; ruota a colonne, riguardo allo smistamento della cronografia, a garanzia di una funzionalità più accurata e immediata, al comando dei pulsanti; 28.800 alternanze/ora, a conferire una notevole stabilità all’insieme. Infine, il TAG Heuer Carrera Porsche Chronograph, edizione speciale, viene consegnato in una confezione nera, recante i loghi TAG Heuer e Porsche in bianco. Al suo interno c’è una custodia da viaggio, sempre nera, su misura, con interno in rosso, inconfondibilmente Porsche. 

Cosa aggiungere, se non che la partnership ufficiale tra TAG Heuer e Porsche sia fondata, più che su sinergie tecniche e di marketing o su affinità elettive, su di una reale ’”amicizia” lunga mezzo secolo, che riflette, come sottolineato in precedenza, le aspirazioni visionarie dei fondatori. 


Da circa 25 anni, giornalista specializzato in orologeria, ha lavorato per i più importanti magazine nazionali del settore con ruoli di responsabilità. Freelance, oggi è Watch Editor de Il Giornale e Vice Direttore di Revolution Italia

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