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Ulysse Nardin, Freak ONE, ultimo atto di una stori...

Ulysse Nardin, Freak ONE, ultimo atto di una storia affascinante

La saga del Freak, iniziata nel 2001, scrive il suo ultimo capitolo con il modello ONE. L’orologio senza quadrante, senza lancette e senza corona, conferma ancora oggi una straordinaria attualità ed una forte proiezione potenziale verso il futuro. Soluzioni tecniche d’avanguardia ed estetica rinnovata continuano a sorprendere in un mix & match che suscita vive emozioni per gli appassionati.     

 Certo è che l’orologeria, soprattutto quella con la “O” maiuscola, a partire dai primi momenti del XXI secolo, è stata investita da una rivoluzione, preparata negli anni ’90, tale da portare il segnatempo in una dimensione espressiva totalmente nuova, libera dalle catene di un impianto tradizionale che ne aveva governato le sorti per circa tre secoli. Audaci innovazioni quanto a movimenti, materiali e design, invenzioni. Il processo è sicuramente iniziato con un desiderio, da parte del pubblico, di uscire dagli schemi dei grandi nomi, di accettare la possibilità che nuove idee si facessero largo e, soprattutto, che il successo potesse costruirsi in qualche decennio e non solo dopo il secolo. Tali spazi di mercato venutisi a creare hanno stimolato i nuovi pionieri dell’Alta Orologeria, che hanno avuto la possibilità di mettere alla prova il loro coraggio e le loro intuizioni. Fra di essi un ruolo fondamentale lo ha avuto il Freak di Ulysse Nardin, nel 2001, figlio di un pioniere di anticonformismo come Rolf Schnyder, proprietario, all’epoca, del brand, e della maestria di un genio dell’orologeria quale Ludwig Oechslin. Si trattava di una creazione fuori dagli schemi, un UFO in una terra di convenzioni e tradizionalismo. Senza quadrante, senza lancette e senza corona, secondo Schnyder non poteva che chiamarsi Freak: un vero e proprio capriccio o, ancora di più, un segnatempo “fuori di testa”. La regolazione dell’ora era affidata a un sistema integrato nella lunetta e per la carica si utilizzava un dispositivo inserito nel fondello. Non disponendo di lancette, l’ora era indicata da un carrousel tourbillon, che ruotava compiendo un giro completo su se stesso in un’ora. Laboratorio da polso, il Freak risultava essere il primo orologio svizzero dotato di scappamento in silicio, materiale leggero ed elastico, a basso attrito e resistenza, che poteva essere prodotto con tolleranze molto strette. Nel 2001, la decisione di utilizzarlo in orologeria fu una scelta epocale,…e molto costosa. Attualmente, a distanza di oltre due decenni, è diventato un materiale convenzionale, ma ogni orologio contemporaneo dotato di componenti in silicio è senza dubbio debitore nei confronti del Freak. E questo bisogna affermarlo a gran voce, senza tema di smentita. A conferma, dal 2001, Ulysse Nardin ha depositato oltre una ventina di brevetti per questo modello dall’iconica silhouette priva di corona. Eppure, nonostante ciò, non ha mai smesso di essere  un “freak”. Oggi, tornata da poco indipendente, la Manifattura continua a scriverne la storia leggendaria con il Freak ONE. 

Freak ONE, ultimo capitolo di una saga cominciata nel 2001. Cassa da 44 mm (spessore di 12 mm) in titanio nero con rivestimento DLC a finitura satinata, lunetta in oro rosa 5N e fondello in titanio nero con inserto in vetro zaffiro. Movimento automatico, calibro UN-240 (229 componenti, 15 rubini, 21.600 alternanze/ora), con autonomia di 72 ore, sistema di carica automatico Grinder. Ponte dei minuti sospeso sotto il vetro zaffiro, sostenendo l’intero sistema di ruote, un oscillatore sovradimensionato in silicio (stesso materiale della spirale) con microlame stabilizzatrici e un carrousel tourbillon volante, che compie un giro completo in 60 minuti intorno al proprio asse. Cinturino in caucciù, composto per il 30% da scarti di produzione riciclati. Prezzo: 70.175 euro.

Prima di parlarne riassumiamone le suindicate caratteristiche, premettendo che normalmente, gli orologi meccanici celano il meccanismo sotto un quadrante. Il Freak non ce l’ha e non ha nemmeno le lancette. Infatti, in alternativa, il carrousel tourbillon, movimento a vista, che ruota compiendo un giro completo in un’ora, diventa la lancetta dei minuti, mentre quella delle ore è sostituita da un indicatore su un disco rotante: un design ambizioso, di grande leggibilità. E, poi, solitamente per regolare e caricare un orologio meccanico è necessaria una corona: il Freak originale l’aveva sostituita con un sistema di regolazione dell’ora integrato nella lunetta e si caricava grazie a un meccanismo inserito nel fondello. L’epopea del Freak, dopo l’originale del 2001, ha previsto diversi passaggi: nel 2005 (Freak Diamond Heart), nel 2007 (Freak DIAMonSil), nel 2008 (Freak Blue Phantom, introduzione spirale in silicio), 2010 (Freak Diavolo, introduzione di un secondo carrousel tourbillon), 2013 (Freak Cruiser), 2018 (Freak Vision, esordio del sistema di ricarica denominato Grinder, bilanciere con microlame stabilizzatrici e scappamento a forza costante), 2019 (Freak X) e 2022 (Freak S). E, ora, è la volta del Freak ONE, modello in cui il DNA del 2001 è ancora vivissimo: un orologio dove la meccanica e l‘estetica sono virtualmente indistinguibili e dove il design del movimento è un ulteriore esercizio di estetica. Un simile approccio ribelle è reinterpretato con assoluta coerenza nell’ultima versione della saga Freak. Il nuovo segnatempo senza quadrante, senza lancette e senza corona, è regolato da una spirale in silicio, come detto, introdotta nel 2008 e da uno scappamento rivestito con la suddetta tecnologia al plasma DIAMonSIL, un innovativo trattamento superficiale basato sulla combinazione di silicio e diamante sintetico, applicato per la prima volta al Freak nel 2007, in modo da rendere il movimento resistente agli urti e alle abrasioni. Il Freak ONE sintetizza, inoltre, i codici stilistici delle generazioni precedenti, dalla lunetta dentellata dell’originale del 2001, al sistema di ingranaggi a vista del Freak Cruiser del 2013, fino alla massima leggibilità del Freak Vision del 2018. I dettagli in oro rosa e titanio nero con rivestimento DLC, richiamano le versioni recenti, come il Freak S dello scorso anno: il Freak ONE è un condensato di tecnologie avanzate, dimostrando grande facilità di utilizzo, lunga durata e un’eccellente ergonomia per un uso quotidiano. A cominciare dall’insolito sistema di regolazione dell’ora, azionato dalla lunetta e attivato sollevando la levetta di sblocco a ore 6. La rotazione della lunetta determina quella dell’intero movimento, che sostituisce le lancette dell’orologio; riabbassando la levetta, la lunetta si blocca in modo da evitare danni al sistema di regolazione. Il coperchio del bariletto indica l’ora, compiendo una rotazione completa in 12 ore: sul disco delle ore è inciso un motivo soleil di colore nero. Il caratteristico ponte dei minuti del Freak, nella versione “ONE” è sospeso sotto il vetro zaffiro, sostenendo l’intero sistema di ruote, un oscillatore sovradimensionato in silicio (stesso materiale della spirale) con microlame stabilizzatrici e un carrousel tourbillon volante che compie un giro completo in 60 minuti intorno al proprio asse: lo scappamento è rivestito con DIAMonSIL. 

Visibile fronte fondello, ecco il sistema di carica automatico Grinder, brevettato e progettato per catturare energia con il minimo movimento del polso. Il rotore, infatti, è collegato a una cornice dotata di quattro lame, che fornisce al sistema una corsa angolare doppia. Grazie a questo dispositivo, la ricarica risulta due volte più efficiente rispetto ad uno schema tecnico tradizionale.

Il movimento automatico del Freak ONE, calibro UN-240 (229 componenti, 15 rubini, 21.600 alternanze/ora), vanta una riserva di carica di 72 ore e presenta ponti in oro rosa, definiti da SuperLuminova ad evidenziare l‘estremità delle “lancette”. E, poi, ecco il sistema di carica automatico Grinder, brevettato e progettato per catturare energia con il minimo movimento del polso. Il rotore, infatti, è collegato a una cornice dotata di quattro lame, che fornisce al sistema una corsa angolare doppia, come una bicicletta con quattro pedali al posto di due: grazie a questo dispositivo, la ricarica risulta due volte più efficiente rispetto ad uno schema tecnico tradizionale. La cassa, da 44 mm (spessore di 12 mm), come accennato, è in titanio nero con rivestimento DLC a finitura satinata, lunetta in oro rosa 5N e fondello in titanio nero con inserto in vetro zaffiro. Last but not least, il Freak ONE condivide l’impegno della Manifattura a favore di un futuro più sostenibile: il cinturino in caucciù, infatti, è composto per il 30% da scarti di produzione riciclati dall’azienda svizzera BIWI, partner di Ulysse Nardin. Inoltre, è flessibile e impermeabile, e contribuisce a migliorare ulteriormente l’ergonomia e la portabilità del segnatempo (fibbia déployante in titanio nero con rivestimento DLC). Osserva  Jean-Christophe Sabatier, Chief Product Officer di Ulysse Nardin:“Oggi il Freak rappresenta la nostra mentalità e il Freak ONE  costituisce la nuova espressione della nostra identità. È un segnatempo estremamente tecnico, ma con un’intensa valenza emotiva. La regolazione dell’ora  affidata alla lunetta è un’esperienza indimenticabile. È questo che rende il Freak così speciale, e il motivo per cui è apprezzatissimo dai veri collezionisti.”


Da circa 25 anni, giornalista specializzato in orologeria, ha lavorato per i più importanti magazine nazionali del settore con ruoli di responsabilità. Freelance, oggi è Watch Editor de Il Giornale e Vice Direttore di Revolution Italia

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