Saranno solo 1.659 i pezzi disponibili per ognuna delle due versioni di solotempo, in squisito stile militare, che lo storico brand diretto da Marcello Binda ha realizzato a seguito della collaborazione d’immagine con l’Esercito Italiano. La collezione Dynawind, lo ricordiamo, ha visto la luce nei primi anni ’60 e si è subito legata ad ambiti militari.
Wyler Vetta prosegue con sicurezza e convinzione la strada del pieno rilancio, con riscontri positivi sul mercato. Strategicamente, dopo un periodo di focus sull’icona Jumbostar, Marcello Binda, Amministratore Delegato del Brand, è tornato sull’altro importante pilastro del proprio catalogo, ossia Dynawind, la cui storia, iniziata nei primi anni ’60 (lancio nel 1961, con implementazione nel 1963), si è legata a valori quali forza e coraggio e a collaborazioni – data la presenza del brand negli Stati Uniti – con i Corpi Speciali, diventando il segnatempo indispensabile per la delicata funzione dei Guardia Coste. Riprendendo quel concept connesso con le atmosfere militari, lo scorso marzo, Marcello Binda stesso ha presentato una nuova partnership, battente bandiera tricolore, “incarnata” dalla collezione Dynawind Esercito, composta da due segnatempo dedicati alla Forza Armata, un’edizione limitata di 1.659 pezzi, che ricorda l’anno di origine dell’Esercito Italiano.
Ciò è avvenuto non snaturando lo styling di Dynawind, di per sé, comunque, non eccessivo, calibrato, armonico sul polso, ma integrandolo con dettagli formalmente “militari”. Ci conferma, in tal senso, Binda: “Le linee sottili di Dynawind, in questa collezione, hanno fruito di un lavoro armonico sulla robustezza, portando, ad esempio, il dato d’impermeabilità a 10 atmosfere, dunque raddoppiandolo, ed intervenendo su sovradimensionamento della corona e sull’immediatezza della visualizzazione oraria, con indici più appariscenti e luminescenti. Richieste pervenute da Difesa Servizi, la società del Ministero della Difesa, cui è affidata la concessione per l’utilizzo dei brand delle Forze Armate, unitamente a quella della predisposizione di una prolunga del cinturino per l’indosso sulla mimetica”. I modelli Dynawind Esercito, sono proposti con cassa in acciaio sabbiato da 42 mm e sono animati da un movimento automatico Swiss Made, calibro 2824/SW200. Il fondello a vite reca l’incisione della stella, della scritta “ESERCITO”, e della numerazione progressiva della serie limitata. Come accennato, la corona a cipolla, incisa, ha dimensioni più consistenti per facilitarne la presa, mentre la sfera dei secondi, in acciaio sabbiato, con il suo contrappeso a descrivere la “stelletta” a 5 punte, al passaggio a ore 12, compone il logo dell’Esercito Italiano. Il quadrante verde militare opaco, protetto da vetro minerale K5 con trattamento antiriflesso, presenta indici “bold”, accostati a grandi cifre arabe luminescent,i come le lancette a gladio, e la data è posizionata al 4/5. Le due versioni si differenziano per l’impiego del classico cinturino NATO in nylon, profondamente radicato nell’universo militare, con fibbia ad ardiglione, o del bracciale in acciaio con fibbia déployante e pulsanti di sicurezza.
Conclude Marcello Binda: “È interessante notare come in questo momento, man mano che andiamo incrementando, sempre in modo estremamente selettivo, la nostra distribuzione, quanto più è alto il livello del punto vendita, tanto più Dynawind incontra le richieste del pubblico, divenendo strategico e apprezzato per Wyler Vetta. Questo apre una serie di possibilità, ad esempio, riferite alla futura introduzione del cronografo o alla riproposizione attualizzata di versioni elaborate di grande interesse. Peraltro, grazie alla linea Dynawind Esercito intendiamo consolidare un target di pubblico giovane, attratto, oltre che da un prezzo più accessibile rispetto a Jumbostar, anche da un segnatempo che coniughi tecnicismi a colorazioni e aspetti glamour”.
Da circa 25 anni, giornalista specializzato in orologeria, ha lavorato per i più importanti magazine nazionali del settore con ruoli di responsabilità. Freelance, oggi è Watch Editor de Il Giornale e Vice Direttore di Revolution Italia
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