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Blancpain e Michelin in un sodalizio all’insegna dell’Art de vivre

Blancpain, da oltre trent’anni appassionata sostenitrice dell’alta cucina, quale icona rappresentativa dell’ “art de vivre”, ha il piacere di annunciare la sua partnership con la notissima e prestigiosa Guida Michelin: la bibbia “rossa” del gusto

La Maison Blancpain, Maison orologiera di conclamata tradizione,  ha sempre intrattenuto relazioni privilegiate con i grandi chef che, attraverso la loro ricerca dell’eccellenza culinaria, hanno deliziato il mondo con le loro ricette fino ad essere riconosciuti con il massimo riconoscimento che un ristorante possa bramare: la famigerata “stella” insignita dalla Guida gastronomica inventata dai fratelli Michelin (André ed Edouard Michelin, nel 1889 crearono il volumetto rosso con l’intento d’incoraggiare gli automobilisti a mettersi in viaggio, dato che erano titolari di un’azienda di pneumatici; solo nel 1920, la Guida Michelin assunse il ruolo odierno quale vademecum leader dell’haut-de-gamme culinario). Tutto è iniziato nel 1986, molto prima che l’alta gastronomia fosse apprezzata ai livelli odierni, complici l’inflazione di una certa moda nell’armeggiare con pentole e spezie esotiche  nei programmi televisivi di cucina e dell’avvento ed inflazione del cosiddetto “foodporn”. Fu già da allora, infatti, che la Maison elvetica decise di intessere il suo stretto rapporto con l’alta cucina consegnando uno dei suoi capolavori di precisione all’amico Frédy Girardet. L’occasione fu la vittoria del premio di “Miglior Chef del mondo”, quale ulteriore riconoscimento di una carriera stellare, dedicata interamente al suo bistrò stellato di Losanna: il Crissier.

Manifattura Blancpain: immagine dei laboratori di Alta Orologeria di Le Brassus, nella Vallée de Joux, in Svizzera.

Lo spiccato interesse a sostenere l’arte culinaria da parte della Maison, fondata da Jehan-Jacques Blancpain – si registrò come orologiaio a Villeret nel 1735 -,  nel cantone elvetico del Giura, venne ribadito tre anni dopo, quando Blancpain decise di consegnare altri due segnatempo ad altri due chef a tre stelle: Paul Bocuse, allora alla guida del suo ristorante Collonges-au-Mont-d’Or, e Joël Robuchon, titolare del ristorante Jamin. Entrambi nel 1989 vennero nominati “Chef del Secolo”.

I traguardi raggiunti dai suddetti tre rappresentanti del gotha dell’universo gastronomico vennero tutti onorati con orologi rifiniti  con particolari “incisioni” a loro dedicate, confermando la ferma volontà della Casa di trovare un punto di incontro fra il mondo dell’Alta Orologeria e quello l’Alta Cucina, elementi essenziali de L’art de vivre. Essi condividono, senza alcun dubbio, una stessa severa regola: quella della ricerca della massima qualità strettamente dipendente da “regolazioni precise e dal sapiente matrimonio di tradizione, creatività e autenticità”. “I maestri orologiai e i grandi chef hanno in comune l’affascinante capacità di assemblare una moltitudine di componenti e ingredienti in modo da creare un capolavoro”, sostengono in casa Blancpain; e, dopo tutto, il “tempo” gioca un ruolo cruciale nella preparazione di un piatto raffinato, servito in una cornice che rasenta la perfezione. È per questi motivi che Blancpain ha deciso continuare questo sodalizio, traducendo materialmente i suoi legami con la Guida Michelin in una nuova collaborazione che accompagni il celeberrimo “libro rosso” – come detto, una “bibbia” utile, da oltre un secolo, ai viandanti nei loro percorsi all’insegna del piacere di vivere -, nella sua ricerca dei talenti più eccezionali. I due indiscussi simboli d’eccellenza, infatti, promuoveranno insieme oltre 20 eventi per celebrare la grande cucina, da Shanghai a Parigi, passando per New York e Tokyo, confermando una partnership di ampia portata, che segnerà senza alcun dubbio la scena gastronomica internazionale.

Con un totale di oltre 100 stelle Michelin fra i suoi amici passati e presenti, negli ultimi trent’anni Blancpain è sempre stata “cronometrista ufficiale” dei più famosi concorsi di cucina e cronaca puntuale delle migliori tavole del mondo, attraverso la sua rivista Lettres du Brassus; non smettendo mai di vestire il polso dei più rinomati chef del panorama culinario. La cerchia degli amici “chef” di Blancpain, oggi, annovera, tra gli altri, lo chef spagnolo Martín Berasategui, lo svizzero Edgard Bovier e il grande chef transalpino Julien Royer: tutti cuochi che si sono guadagnati le “stelle” Michelin, un punteggio introdotto dalla guida nel 1931 per segnalare i ristoranti più “meritevoli” di una visita.

Fedele alla sua tradizione, la manifattura continua a spingere avanti i limiti dell’alta orologeria, allo scopo di portare quest’arte su territori inesplorati, imponendo il criterio della massima precisione, faro costante nei laboratori di Le Brassus e di Le Sentier. La massima precisione in una cucina di linea, sosteneva il ribelle e compianto Anthony Burdain, è sempre dipesa dalla meccanica ripetizione degli “stessi movimenti svolti mille volte e poi ancora, esattamente nello stesso modo, senza mai variare”. E sebbene le variazioni e le complicazioni, siano un vezzo ben coltivato in casa Blancpain, questa è una visione essenziale per percepire cosa accomuna davvero l’alta orologeria all’alta cucina: tra gli ingranaggi puntuali e delicati di un orologio e la danza marziale che scandisce il servizio di una brigata di cucina non vi è differenza. Entrambi, lavorando in perfetto sincrono, raggiungono un risultato unico e straordinario.

Il Villeret Grande Date Jour Rétrograde di Blancpain, al polso degli amici stellati Michelin di Casa Blancpain.

Romano, appassionato di orologi fin dalla tenera età, vivo nel passato ma scrivo tutti giorni per Il Giornale e InsideOver, dove mi occupo di analisi militari e notizie dall'estero. Ho firmato anche sul Foglio, L'Intellettuale Dissidente e altre testate.

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