Il nuovo oscillatore in silicio di Ulysse Nardin è capace, unitamente allo scappamento Ulysse Anchor e al sistema di ricarica automatica Grinder, di eliminare ogni riferimento fisico con la platina, ogni frizione e di ottimizzare la precisione ed il consumo energetico, lavorando ad una frequenza di 12 Hz. Non poteva che essere un modello Freak ad accogliere tutto questo.
Ulysse Nardin, forte di una tradizione d’eccellenza con i suoi formidabili Cronometri da Marina, protagonisti di oltre 4.300 certificati di precisione dell’Osservatorio di Neuchatel, di 14 Gran Prix e 10 Medaglie d’Oro alle esposizioni internazionali, dopo l’oblio dalla fine degli anni ’60 e la rinascita con Rolf Schnyder, a partire dal 1983, ha puntato senza esitazioni sulla “ricerca”, funzionale a soluzioni che semplificassero un’impostazione tecnica consolidata e la predisponessero per accogliere le potenzialità della tecnologia. Ecco, perché, prima di tutte le altre Case “haut-de-gamme”, la Maison di Le Locle è arrivata all’utilizzo del silicio. Era il 2001, infatti, quando lo scappamento “Dual Direct” in silicio stabilizzato termicamente, materiale leggero, duro ma molto flessibile, totalmente amagnetico e con una superficie estremamente liscia, in grado di ridurre notevolmente frizioni ed attriti, trasferiva direttamente l’energia al bilanciere, all’interno di un’altra novità assoluta, il Freak: si trattava di un orologio, il cui impianto meccanico era montato su di un dispositivo “carrousel” ruotante in 60 minuti e identificativo della “sfera” dei minuti stessi. Nel 2015, poi, ecco uno scappamento volante dagli eccezionali contenuti, quale l’Ulysse Anchor, basato sul principio dei meccanismi flessibili, sfruttando l’elasticità della spirale piatta: si tratta, in sostanza, di uno scappamento a forza costante interamente fatto in silicio, strutturato su di una cornice semicircolare fissata da due viti applicate su bracci laterali e dotato di una scheletratura interna studiata per sostenere un’ancora che si muove senza frizione. Essa, infatti, è fissata al centro e supportata nello spazio da due minuscole molle a lama esterne, montate perpendicolarmente una rispetto all’altra e soggette ad una forza di curvatura che le piega e le mantiene in uno stato bi-stabile (anche grazie a due microlame interne, connesse al centro dell’ancora e parallele a quelle suindicate). Lo scopo di una simile struttura è quello di garantire un bilancio energetico positivo tale da mantenere le oscillazioni del bilanciere ad un tasso costante senza influenza delle variazioni della coppia dalla molla del bariletto. In tale direzione, Ulysse Nardin, lo scorso anno, nella variante Vision del Freak, ha abbinato al suddetto scappamento un bilanciere in silicio, in cui l’uniformità della distribuzione della massa, ha permesso una migliore gestione del momento d’inerzia elevato all’esterno, in rapporto ad una superficie centrale più leggera. I bracci presentano una struttura lamellare, e l’ossidazione della superficie permette di configurare una stabilità termica e meccanica assoluta, nonché un’efficace penetrazione delle turbolenze d’aria all’interno della cassa, funzionali ad una oscillazione uniforme.
Tali “virtuosi” principi sono stati applicati, quest’anno, sul concept watch denominato Freak “neXt”, e specificamente sul nuovo oscillatore volante futuribile, oggetto di 10 anni di studi, collegato, evidentemente, all’Ulysse Anchor Escapement: presenta, come nel caso, del Vision, un’architettura strutturata su lame in silicio per sfruttarne l’elasticità e con l’intento di eliminare totalmente l’asse del bilanciere, per creare un punto di rotazione virtuale. Non vi è, dunque, nessun asse, nessun perno, nessun rubino, nessun ponte, nessuna spirale, solo una costruzione in 3D su quattro strati paralleli di microlame (ben 32, della larghezza di 16 micrometri, connesse fra loro senza alcun contatto con la platina), che vanno a formare 16 triangoli sovrapposti: ogni strato è connesso all’altro mediante dei distanziatori in silicio posti sulle lamelle. Stante quest’architettura, il volano dell’oscillatore è costituito da uno strato circolare, sul quale sono collocate quattro masse di regolazione inerziale in nickel, accompagnato da quattro bracci a doppia lamella adattati centralmente sulle cui estremità troviamo altrettante viti sospese per “aggiustare” la velocità di rotazione del bilanciere (proprio come accade in un oscillatore tradizionale): non si verifica alcuna frizione – o in scarsissima misura –, alcun contatto, alcuna usura, e non è necessario alcun olio, a favore di un’ottimizzazione assoluta del consumo energetico.
In tal senso, il bilanciere è fissato allo schema lineare del treno del tempo in virtù di un frame assicurato da due viti, ma non vi è, lo ripetiamo, alcun “appoggio” sulla platina, né un asse centrale di rotazione. Quest’oscillatore sospeso, così progettato, batte all’elevatissima frequenza di 12 Hz (86.400 alternanze/ora), in virtù della deformazione programmata delle suddette lame in silicio, e, per effetto della minore amplitudine delle oscillazioni, rispetto al sistema tradizionale bilanciere-spirale (solo 45°, in luogo dei circa 300° di un movimento classico), permette un grande momento d’inerzia e una migliore funzione regolatrice dello stesso, oltre a raggiungere una riserva di carica di 70 ore (aumento di poco più del 30% rispetto al Vision). Questa struttura tecnica incrementa considerevolmente, dunque, l’efficienza del movimento (dato eccezionale se pensiamo che, teoricamente, il consumo energetico dipende dal cubo della frequenza) e risolve anche il nocivo effetto della gravità, dato che non si determina alcuna differenza di amplitudine del bilanciere tra la posizione verticale od orizzontale dell’orologio. Non manca, poi, anche nel Freak “neXt”, il sistema di ricarica automatica Grinder, nel quale la massa oscillante è collegata ad un anello che presenta quattro cricchetti elastici, la cui estremità libera a forma di piccolo gancio, ingaggia la ruota di ricarica “a denti di lupo”, disposta sotto al bariletto centrale: ogni rotazione del rotore fa oscillare l’anello ad esso solidale, in modo da permettere a uno o due dei quattro cricchetti di ingranare la ruota di ricarica in senso orario, limitando drasticamente la frizione. Un riduttore satellitare su due livelli, trasforma, infine, l’azione di tale dispositivo, in movimenti lenti ma molto più potenti per armare la molla del bariletto: il Grinder, in quanto a trasmissioni di energia, supera del doppio, per efficienza, i sistemi esistenti e, soprattutto, sfrutta i più piccoli movimenti del polso. Il calibro automatico di manifattura, UN-25X, è contenuto in una cassa in platino e titanio da 45 mm, in cui il fondello “ruota” per favorire la ricarica manuale e la lunetta, così come le placchette laterali sulla carrure, viene evidenziata al buio dal Superluminova.
Da circa 25 anni, giornalista specializzato in orologeria, ha lavorato per i più importanti magazine nazionali del settore con ruoli di responsabilità. Freelance, oggi è Watch Editor de Il Giornale e Vice Direttore di Revolution Italia
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