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Mido Bugatti, una leggenda in oro con bracciale, battuto in asta per 272.800 euro

Un prezzo che testimonia il valore collezionistico assolutamente elevato di un orologio appartenuto ed indossato da Ettore Bugatti, la cui cassa brevettata dalla Maison di Le Locle, riprendeva il tratto dell’inconfondibile calandra Bugatti. Fu protagonista, tra la fine degli anni ’20 e gli anni ’30, dei ricercatissimi “orologi da automobilista”, realizzati da Mido anche per altre importanti Case automobilistiche.

Lo scorso 17 aprile, in Francia, presso il cinquecentesco Château de Lasserre, vicino a Tolosa, è stato venduto dalla Casa d’Aste Stanislas Machoïr, per 272.800 euro, un orologio unico: si tratta di un modello Mido appartenuto personalmente ad Ettore Bugatti. L’evento abbinava segnatempo e vetture storiche da collezione. 

Ettore Bugatti, nel mondo dell’automobilismo è un nome leggendario, un genio delle quattro ruote. Milanese di nascita, ma francese di adozione, a soli vent’anni si trasferì in Alsazia, dopo essersi messo in luce con i suoi primi “gioielli”, la Tipo 1 e la Tipo 2. Nel dicembre del 1909, dopo una breve esperienza a Colonia (fu in quel periodo che, nel garage della sua abitazione costruì ed assemblò la mitica Tipo 10, identificativa di uno stile inconfondibile e riconoscibile, da quel momento in avanti), fondò a Molsheim la Bugatti Automobiles, l’unica casa automobilistica francese di auto di lusso sportive, ancora oggi esistente. Gli elementi chiave sui quali basò il suo concetto di automobile furono: prestazioni, lusso, facilità di guida, comfort, eleganza e design. Dopo una breve permanenza in Italia, dal 1987 al 1995, con sede a Campogalliano (provincia di Modena), il marchio Bugatti, nel 1998, è stato acquistato dal Gruppo Volkswagen, facendo rientro  al sito originario di Molsheim. Tornando al prestigioso segnatempo Mido, battuto in asta, è stato prodotto tra il 1926 e il 1932. In quel periodo, la Maison di Le Locle si distinse – nel 1930 – per l’elaborazione di un sistema di tenuta, mediante l’esclusiva guarnizione in sughero della corona di carica (denominata “Aquadura”) e, successivamente, nel 1934, per la presentazione della linea Multifort, una  pietra miliare nella sua storia, orologio automatico antimagnetico, impermeabile e resistente agli urti (fu il segnatempo Mido di maggior successo fra gli anni Trenta e gli anni Cinquanta). 

 

Mido Bugatti, con cassa e bracciale in oro, appartenuto ad Ettore Bugatti, fondatore dell’omonima Casa automobilistica, battuto in asta per 272.800 euro lo scorso 17 aprile. Caratteristico per la cassa, brevettata da Mido, che riprende la forma della calandra del radiatore delle vetture Bugatti, con corona al 12 e logo Bugatti sotto di essa. Meccanico a carica manuale, presenta un quadrante protetto da una mascherina forata. Faceva parte di un ordine speciale in quattro serie, pari a circa 100 pezzi, tutti in oro e con cinturino in cuoio, tranne questo esemplare. 

 

Protetto da un fondello chiuso a pressione e incernierato al 6, ecco il meccanismo manuale, marcato Mido, ruotato per consentire l’adattamento del tubo della corona sul 12:  18 rubini, bilanciere con viti di compensazione, regolazione di precisione su racchetta, pietra di controperno sulla ruota di scappamento, regolazione su tre posizioni.  

Certamente, l’esemplare per Bugatti costituisce un fiore all’occhiello per la Casa, tra i più esclusivi del suo patrimonio, sostenendone l’immagine e la penetrazione a livello collezionistico. Dunque, tra il 1926 e il 1932, Ettore Bugatti ordinò a Mido quattro serie esclusive di “orologi a forma di radiatore”, a carica manuale (movimento marcato Mido, 18 rubini, bilanciere con viti di compensazione, regolazione di precisione su racchetta, pietra di controperno sulla ruota di scappamento, regolazione su tre posizioni): la cassa riprendeva il tratto della calandra del radiatore Bugatti,  un’inedita fonte di ispirazione brevettata da Mido. Ettore si riprometteva di regalarli ai suoi parenti e ai piloti e meccanici più meritevoli; la corona di carica e regolazione, data la forma della cassa era stata posizionata al 12, ruotando il movimento all’interno, chiuso da un fondello a pressione incernierato al 6. Tra i quasi 100 pezzi di quest’ordine speciale, tutti dotati di cassa in oro giallo e cinturino in cuoio, si trova anche l’orologio personale di Ettore Bugatti, l’unico ad avere cassa e bracciale in oro giallo. Il quadrante, sormontato al 12 dal logo della Bugatti Automobiles (su fondo rosso, con la “E” e la “B” contrapposte) era protetto, proprio come la calandra del radiatore, da una mascherina forata, sulla quale ruotavano le sfere Pomme azzurrate. Va sottolineato che, sulla scia del successo di questa tipologia di segnatempo, con la serie Bugatti, Mido, nel 1925 e 1926, estese l’idea a molte altre marche di automobili, tra cui Alfa Romeo, Buick, Chevrolet, Chrysler e Rolls-Royce: i quadranti di questi eleganti orologi da polso, da tavolo e con supporto – soprannominati “orologi da automobilista” – si ispiravano, per l’appunto, ai diversi design dei radiatori delle suddette vetture. 

All’interno del fondello in oro del Mido Bugatti, sagomato per adattarsi al movimento circolare e rifinito a Perlage, si nota con chiarezza l’indicazione del brevetto della cassa depositato dalla Maison di Le Locle.

Alla fine degli anni ’20, conseguentemente, Mido scrisse un’interessante e singolare pagina della storia orologiera, a suggellare l’intenso legame tra tempo e motori. Come indicato in apertura e poc’anzi, in asta è stato battuto proprio l’esemplare personale di Ettore Bugatti: la base d’asta si aggirava fra gli 80mila e 120mila euro, ma l’interesse dei numerosi appassionati che hanno partecipato all’asta, ha fatto crescere il prezzo d’aggiudicazione fino a 272.800 euro (in ambito collezionistico, Mido ha fatto parlare di sé in questi anni, oltre che per gli esemplari Bugatti, per l’Ocean Star Decompression Timer degli anni ’60). Sul fronte Bugatti, il periodo in cui vennero realizzati gli orologi, era veramente florido e propedeutico ad uno dei modelli più eleganti degli anni ’30, la Tipo 57, spinta da un motore da 3,3 litri, disponibile sia aspirato, che sovralimentato: fu prodotta in 685 esemplari, la maggior parte dei quali carrozzati da carrozzieri esterni e, purtroppo, fu per collaudarla, che il figlio di Ettore, Jean, perse la vita nell’agosto del 1939. Fu l’inizio del declino di Ettore che concluse la propria esistenza, sempre a capo della sua azienda, il 21 agosto del 1947. Alla fine degli anni ’30, comunque, esattamente nel 1937 e nel 1939, le sue vetture si erano imposte nella 24 Ore di Le Mans. Per l’universo delle quattro ruote, la Bugatti era divenuta ormai, ufficialmente, un mito.

 

In questa locandina in lingua spagnola degli anni ’20, si esaltano i pregi dell’orologio da polso Mido, “da automobilista”, con cassa a forma di radiatore, indirizzato al pubblico femminile: sportivo ma elegante.  

 


Da circa 25 anni, giornalista specializzato in orologeria, ha lavorato per i più importanti magazine nazionali del settore con ruoli di responsabilità. Freelance, oggi è Watch Editor de Il Giornale e Vice Direttore di Revolution Italia

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