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Omega De Ville Tourbillon Numbered Edition, esempl...

Omega De Ville Tourbillon Numbered Edition, esemplare iconico, ora Master Chronometer

Il Tourbillon di Omega scrive un altro capitolo della sua bellissima storia, cominciata nel 1947, e legata precipuamente ai “contest” di precisione degli Osservatori di Ginevra, Neuchâtel e Kew Teddington. Quel movimento equipaggiò un vero e proprio modello da polso nel 1987 e, nel 1994, vide la luce la celebre versione con tourbillon centrale. Oggi, dopo l’adattamento al meccanismo dello scappamento coassiale, nel 2004, Omega ripropone il modello su cassa De Ville, per la prima volta insignito della certificazione Master Chronometer.     

Molti non sanno che fu Omega ad essere pioniere assoluto nell’adattamento e sviluppo del tourbillon in un orologio da polso. E in tempi “non sospetti”. Infatti, ci troviamo nel primo dopoguerra e, presso la Maison, ci si pone il problema di miniaturizzare il dispositivo inventato da Breguet nel 1801, per introdurlo in un meccanismo dal diametro non superiore ai 30 mm. L’obiettivo è quello di implementare il livello di precisione del movimento e di farlo testare durante i periodici contest organizzati dai più importanti Osservatori europei. I piani tecnici furono elaborati da Marcel Vuilleumier, peraltro Direttore della Scuola di Orologeria della Vallée de Joux e prototipizzati in soli dodici esemplari da Jean-Pierre Matthey-Claudet. Si trattava, come detto, di un calibro, denominato 30 I, da 30 mm di diametro, equipaggiato con un tourbillon (gabbia rotante “contenente” bilanciere e sistema di scappamento, funzionale ad eliminare le deviazioni dall’isocronismo e, conseguentemente, dal range di precisione, derivanti dalla posizione verticale dell’organo regolatore stesso, particolarmente sensibile agli effetti della forza di gravità). All’epoca i movimenti con tourbillon più piccoli al mondo conosciuti erano: il calibro da 8 ¾’’’ (19,74 mm), gabbia da 8 mm di diametro, scappamento da 2,5 mm, realizzato, nel 1945 da Fritz Robert-Charrue, allievo di James Pellaton; calibro da 10 ½’’’ (23,7 mm), sviluppato proprio da Pellaton nel 1927, direttore dal 1925 al 1939 della scuola orologiera di Le Locle. Nel suddetto movimento 30 I di Omega, il tourbillon effettuava un giro completo in 7,5 minuti, un tempo intermedio tra il minuto del tourbillon classico, guidato dalla ruota dei secondi, e i 60 minuti del Carrousel, interagente con la terza ruota. Il bilanciere era di tipo Guillaume (bi-metallico con viti di compensazione, in ottone e in lega di acciaio e nickel, che consentiva una migliore dilatazione termica, mantenendo l’isocronismo; utilizzato specificamente negli esemplari destinati ai concorsi di cronometria), completato da spirale in acciaio con curvatura Breguet e oscillante a 18.000 alternanze/ora; un indice era visibile su uno dei bracci della gabbia e la regolazione dell’ora avveniva mediante pulsante. 

Omega De Ville Tourbillon Numbered Edition da 43 mm. Lunetta a spiovente, corona, anse compatte e fondello sono in oro Sedna; carrure, logo sulla corona e quello sulla fibbia sono in oro Canopus, un’esclusiva lega in oro bianco, particolarmente brillante. Il quadrante, su due livelli, prevede una base sempre in oro Sedna rifinito PVD nero, lavorata soleil intorno al tourbillon, mentre, sul rehaut  rialzato è collocata la scala della minuteria (internamente) e gl’indici orari applicati, sempre in oro Sedna, sul piano periferico; le sfere di ore e minuti, sfaccettate, sono fissate su due anelli rotanti e sovrapposti, posizionati intorno alla gabbia del tourbillon. Meccanico manuale di manifattura, calibro Co-Axial Master Chronometer 2640, con tourbillon.
Attraverso il fondello serrato da 4 viti, è possibile apprezzare il fronte posteriore del calibro manuale di manifattura Co-Axial Master Chronometer 2640, realizzato su platina e ponti, in oro Sedna, smussati a mano e internamente lavorati grené. In evidenza sono i due bariletti collegati in serie, in grado di assicurare tre giorni di riserva di carica, indicata a lancetta sul ponte di collegamento tra i bariletti medesimi.  

Il calibro 30 I, come detto, con tourbillon visibile sul fronte posteriore al 5/6 (il quadrante recava ore e minuti centrali e piccoli secondi al 6), fu montato su 12 pezzi, regolati dalle abili mani del riconosciuto Maestro orologiaio Alfred Jaccard, alcuni dei quali parteciparono, con ottimi risultati, dal 1947 al 1952, ai concorsi di cronometria organizzati a Kew Teddington. Neuchâtel e Ginevra. Uno di essi (n. 10.595.933), raggiunse l’elevatissimo punteggio di 867,7 punti, ad un contest presso l’Osservatorio di Ginevra, nel 1950, all’epoca la migliore performance raggiunta da un  orologio da polso con dispositivi particolari. Quarant’anni dopo la messa a punto del calibro 30 I, ossia nel 1987, 2 o 3 movimenti vennero ritrovati in un magazzino e Omega decise d ricostruirli nella loro interezza: vennero rodiati, smussati, levigati e decorati a Côtes de Genève e montati su casse in oro a 18 carati o argento, con vetro zaffiro integrato al fondello e la cosiddetta “olivette” di protezione del pulsante al 4, per la regolazione dell’ora. Il sistema di trasmissione dal bariletto alla gabbia del tourbillon, prevedeva, dopo la terza ruota, un doppio pignone, rispettivamente a 10 e 16 denti, mentre il pignone dello scappamento, dal movimento satellitare, era ingaggiato da una ruota fissa del secondi, collocata sul recesso destinato al tourbillon e, a sua volta connessa con il bariletto. Nel 1994, per celebrare il centenario del primo orologio da tasca “marcato” Omega, dotato del riconosciuto calibro 19’’’, la Maison presentò il celeberrimo Central Tourbillon, sviluppato da André Beyner e Maurice Grimm, che nulla aveva a che vedere con il menzionato calibro 30 I del 1947, essendo oggetto di un progetto tecnico completamente nuovo. Innanzitutto, si trattava di un movimento automatico, il calibro 1170, dotato di 54 ore di riserva di carica e la  regolazione oraria avveniva mediante una corona piatta posta sul fondello (tradizionalmente a corona, al 3, protetta da spallette, invece, l’operazione di ricarica). Evidentemente, era il primo tourbillon centrale nella storia dell’orologeria, le sfere delle ore e dei minuti erano dipinte su due dischi in zaffiro rotanti attorno al tourbillon che, esso stesso, recava la lancetta dei secondi e la cui gabbia era personalizzata con il logo Omega; la massa oscillante in platino iridio ruotava su di un’asse fissato all’interno del fondello, che, quindi, svolgeva sia una funzione meccanica, che protettiva. 

Fronte anteriore del calibro manuale Co-Axial Master Chronometer con, al centro, la gabbia del tourbillon in titanio ceramizzato nero: il bilanciere oscilla alla frequenza di  21.600 alternanze/ora. Sulla destra è visibile il dispositivo di ricarica e messa all’ora. Si tratta del primo Tourbillon centrale a carica manuale certificato Master Chronometer, una severissima garanzia di qualità che, oltre ad assicurare tra i più alti standard di precisione e prestazione nel contesto dell’industria orologiera svizzera, attesta il corretto funzionamento del meccanismo anche in presenza di un campo magnetico di 15.000 Gauss.
La gabbia del tourbillon in titanio ceramizzato nero completa un giro in un minuto e, su di essa, è ricavata la sfera a losanga dei secondi. Il bilanciere è con viti di compensazione e si individua con chiarezza la conformazione dello scappamento coassiale.

Tale calibro fu sostituito, nel 1997 dal 2600 A, in cui l’asse del rotore era montato sul movimento e senza cuscinetti a sfere, a vantaggio di una migliore performance e un “rumore” di ricarica decisamente attenuato. Ecco, poi, nel 2002, il calibro 2600 B “Chronometer”, un movimento  sul quale è stato costruito il calibro 2633 A, nella versione squelette del Tourbillon Centrale, introdotto nel 2004. Sempre lo stesso anno, con il calibro 2635 avvenne l’introduzione dello scappamento coassiale, certificato Cronometro C.O.S.C., che fa bella mostra di sé sul quadrante a vista. Fu seguito dal calibro automatico 2636, sempre Co-Axial e certificato Cronometro, con gabbia del tourbillon in titanio, bilanciere oscillante a 21.600 alternanze/ora e rotore in platino con sezione centrale in zaffiro. Arriviamo, dunque, dopo questo excursus storico all’attualità, perché, da pochissimo tempo, è stato lanciato il De Ville Tourbillon Numbered Edition, disponibile nelle boutique Omega a partire da luglio. Animato dal calibro meccanico manuale di manifattura Co-Axial Master Chronometer 2640 (sempre operante a 21.600 alternanze/ora), visibile attraverso il fondello integrato da vetro zaffiro e fissato da quattro viti, prevede platina e ponti realizzati in oro Sedna, smussati a mano e internamente lavorati grené, a sottolineare l’impatto luxury dell’esemplare: sempre sul fronte posteriore del calibro, in evidenza sono i due bariletti collegati in serie, in grado di assicurare tre giorni di riserva di carica, indicata a lancetta sul ponte di collegamento tra i bariletti medesimi. Stanti tali caratteristiche ci troviamo di fronte al primo tourbillon centrale a carica manuale certificato Omega Master Chronometer, la chiusura del cerchio, considerata l’evoluzione storica illustrata (ovviamente, la velocità del tourbillon è di un giro al minuto, per poter ricavare, sulla gabbia, la sfera a losanga dei secondi, una condizione essenziale per ottenere la suddetta certificazione). Infatti, l’attestato Master Chronometer non solo garantisce i più alti standard di precisione e prestazione nel contesto dell’industria orologiera svizzera, ma funge anche da testimonianza delle capacità degli esperti orologiai della Maison, che hanno realizzato una gabbia del tourbillon in titanio ceramizzato nero, in grado, tra l’altro, di continuare a ruotare correttamente anche in presenza di un campo magnetico di 15.000 Gauss. In quanto alla parte strutturale ed estetica, la cassa De Ville da 43 mm si propone in modo ergonomico al polso, con lunetta a spiovente, corona, anse compatte e fondello in oro Sedna (la lega d’oro rosa messa punto da Omega) e la carrure, il logo sulla corona e quello sulla fibbia in oro Canopus, un’esclusiva lega in oro bianco, che si distingue per l’elevata brillantezza e longevità. Il quadrante, su due livelli, prevede una base sempre in oro Sedna rifinito PVD nero, lavorata soleil intorno al tourbillon, mentre, sul rehaut  rialzato, è collocata la scala della minuteria (internamente) e gl’indici orari applicati, sempre in oro Sedna, sul piano periferico: le sfere di ore e minuti, sfaccettate, sono fissate su due anelli rotanti e sovrapposti, posizionati intorno alla gabbia del tourbillon, mantenendo l’effetto di sospensione e di “mistero”, una volta determinato dall’uso di due dischi in zaffiro. Ogni esemplare viene realizzato a mano da un gruppo selezionato di orologiai e richiede un mese di lavoro. In conclusione, il nuovo Tourbillon De Ville è accompagnato da una garanzia di 5 anni, è consegnato in una scatola speciale con custodia da viaggio e dispositivo per la ricarica su corona e, evidentemente, comprende un certificato in cui è menzionato il numero individuale di ogni modello. 

Quest’immagine, consente di apprezzare appieno l’architettura del piano posteriore del calibro Co-Axial Master Chronometer 2640, estremamente solida e studiata per armonizzarsi, nei materiali e nella finitura, con l’impatto luxury del prodotto.



Da circa 25 anni, giornalista specializzato in orologeria, ha lavorato per i più importanti magazine nazionali del settore con ruoli di responsabilità. Freelance, oggi è Watch Editor de Il Giornale e Vice Direttore di Revolution Italia

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