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Omega Speedmaster Professional “Silver Snoopy Award”, la saga continua

Lo Speedmaster Professional di Omega continua a scrivere la storia della cronografia, celebrando l’era “moon watch” con un episodio tra i più leggendari della navigazione spaziale del XX secolo, ossia l’epopea dell’Apollo XIII. E lo fa con leggerezza, riprendendo l’allegria e il disincanto di Snoopy….               

11 aprile 1970, la missione Apollo XIII, comandata da James Lovell, accompagnato da John Swigert (pilota del modulo di comando) e Fred Haise (pilota del modulo lunare), si stacca da Cape Canaveral, in Florida: obiettivo il terzo allunaggio e l’esplorazione di siti specifici sulla Luna. Il motto della missione era Ex luna, scientia, “Dalla Luna, conoscenza”. Per i vari componenti dell’astronave, Lovell aveva scelto i nomi di Aquarius per il modulo lunare (la navetta che sarebbe stata utilizzata per allunare e ripartire dal suolo della Luna) e Odyssey per il modulo di comando (nel quale sarebbe rimasto l’equipaggio durante il viaggio dalla Terra alla Luna). A 56 ore dal lancio, il 14 aprile, a circa 330mila chilometri di distanza dalla Terra, gli astronauti udirono un’esplosione piuttosto forte. Qualcosa era andato storto, ma nessuno dei tre sapeva cosa. Lovell guardò fuori dal finestrino e notò del gas, ossigeno per la precisione, che stava fuoriuscendo da uno dei serbatoi del modulo di comando: l’ossigeno, oltre a rendere respirabile l’aria per gli astronauti, unitamente all’idrogeno, serviva ad alimentare le batterie di bordo, producendo energia elettrica. A quel punto, si verificò la famosissima comunicazione di Lovell al centro di controllo di Houston: “Houston, abbiamo avuto un problema”. Furono momenti in cui non fu assolutamente chiaro se le strumentazioni del modulo di servizio fossero ancora in sicurezza e se si potesse utilizzare il suo motore principale. Fu chiaro a tutti, però, con un’astronave proiettata a grande velocità sempre più lontano dalla Terra, che non ci sarebbe stato nessun allunaggio e che l’unico obiettivo della missione era divenuto quello di riportare Lovell, Swigert e Haise vivi, a casa. La prima determinazione fu di trasferire l’equipaggio nel modulo lunare Aquarius, dato che non aveva subìto danni per l’esplosione e aveva le batterie già cariche e i serbatoi pieni di ossigeno, in modo da preservare il modulo di comando, l’unico ad essere attrezzato per il rientro nell’atmosfera terrestre. Successivamente, la soluzione per il rientro meno rischiosa fu quella di seguire la cosiddetta “traiettoria di ritorno libero”, sfruttando l’attrazione gravitazionale della Luna: in sostanza, bisognava correggere la rotta prestabilita dai piani della missione, al fine di definire un “8” tra la Terra e la Luna e, senza necessità di utilizzare i motori, tornare nell’orbita della Terra. Tale correzione venne effettuata, dopo aver disattivato tutte le strumentazioni del modulo di comando, con i propulsori del modulo lunare: Lovell fece i calcoli a mano e, dopo circa 61 ore e mezza dall’inizio delle missione, i motori di discesa del modulo lunare furono attivati per circa 34 secondi, consentendo l’inserimento in una traiettoria di ritorno libero. La navicella avrebbe  così girato intorno alla Luna e, circa quattro giorni dopo, avrebbe raggiunto la Terra. Ma i problemi, non erano finiti, a cominciare da quello della corretta gestione dell’ossigeno nel modulo lunare, previsto per soli due astronauti, risolto con un sistema di filtri, a dir poco artigianale. Poi, per ridurre al massimo il consumo energetico, gli astronauti viaggiarono al buio e la temperatura interna si abbassò fino ai 3 °C. 

Omega Speedmaster Professional “Silver Snoopy Award”, in acciaio da 42 mm (la cassa è derivata da quella della quarta generazione dei Speedmaster), a finitura lucida e satinata; pulsanti a pompa; lunetta in ceramica blu con scala tachimetrica in smalto bianco. Quadrante in argento 925, con indici applicati e sfere a bastone (entrambi trattati PVD blu con inserti in SuperLuminova), contatori su fondo blu (quello dei piccoli secondi, al 9, è personalizzato con la figura di Snoopy in argento e a rilievo). Movimento meccanico manuale, Calibro Omega 3861, con scappamento Co-Axial e certificazione Master Chronometer (derivato dall’iconico 861).
Spicca a rilievo, sul contatore dei piccoli secondi al 9, la figura in argento di Snoopy, ripresa dal distintivo con il quale, il 5 ottobre 1970, Omega fu insignita dalla NASA, simbolo di gratitudine per il suo contributo nel successo delle missioni spaziali con equipaggio, con particolare riferimento a quella dell’Apollo XIII. Quest’anno ricorre il 50mo anniversario di quell’evento.

Per tutto il tempo, più o meno tre giorni, in cui i moduli collegati attraversarono  la faccia nascosta della Luna, ad un’altitudine di circa 100 chilometri (l’equipaggio dell’Apollo XIII detiene ancora il record del massimo “allontanamento” dell’uomo dalla Terra, ossia oltre 400.000 chilometri), non fu possibile alcuna comunicazione con il centro di Houston. Attimi di tensione fortissima che cessarono quando i contatti radio ripresero. Gli astronauti, comunque, furono costretti a degli enormi sacrifici fisici pur di non perturbare la traiettoria stabilita e preservare energia. Giunti in prossimità della Terra, prima di entrare nell’atmosfera, si verificò che l’angolo “d’impatto” con quest’ultima non era corretto (vi era uno scostamento di 60/80 miglia nautiche), tale da rendere necessaria una correzione: in caso contrario il modulo sarebbe rimbalzato indietro, verso la stratosfera senza possibilità di rientro. Premesso che il timer digitale di bordo era stato disattivato per evitare consumi di energia, l’accensione dei motori funzionale alla suddetta correzione, doveva avvenire in 14 secondi precisi (con solo il 10% di margine di errore), che Swigert cronometrò con il suo Omega Speedmaster – orologio che il 1° marzo del 1965 era stato dichiarato, dopo una severissima selezione, “Flight Qualified by NASA for all Manned Space Missions” -, mentre Lovell pilotò manualmente la navicella, utilizzando come riferimento la linea tra la notte e il giorno sulla Terra e riportando l’angolo di traiettoria di volo entro limiti sicuri. La suspense però, non era finita, perché la ionizzazione dell’atmosfera attorno al modulo di comando durante il rientro, comportava un’interruzione nelle comunicazioni della durata, generalmente, di quattro minuti: la particolare traiettoria di rientro dell’Apollo XIII allungò questo tempo a sei minuti, più a lungo del previsto, e i controllori temettero che lo scudo termico del modulo di comando avesse ceduto. Fortunatamente, l’Apollo XIII riacquistò il contatto radio e, dopo una nuova accensione dei motori di 21,5 secondi, si liberò del modulo di servizio, cui seguì il trasferimento dell’equipaggio dal LEM al modulo di comando, al fine di consentire il distacco del primo: gli astronauti ammararono in sicurezza nell’oceano Pacifico meridionale il 17 aprile 1970. Queste le parole di James Lovell, relativamente alla delicatissima manovra suesposta: “Abbiamo utilizzato l’orologio Omega che Jack aveva al polso e io ho controllato la navicella. Jack ha cronometrato l’accensione del motore per fare la correzione che ci ha condotti sani e salvi a casa. Certo siamo sopravvissuti, ma c’è mancato un pelo. La nostra missione è stata un fallimento, ma mi piace pensarlo come un fallimento che è stato un successo”.

In quello stesso anno, il 5 ottobre, Omega fu insignita dalla NASA con il “Silver Snoopy Award”, come simbolo di gratitudine per il suo contributo nel successo delle missioni spaziali con equipaggio. Quando il prestigioso premio fu creato, Snoopy era stato scelto dalla NASA come mascotte non ufficiale, per la sua capacità di sdrammatizzare nelle situazioni difficili. Quella spilla d’argento è un premio che ricorda la storia di Omega nelle esplorazioni spaziali e ancora di più il suo ruolo fondamentale nelle epiche vicissitudini dell’Apollo XIII. Nel 2003 la Maison di Bienne presentò uno Speedmaster Professional “Snoopy Award Limited Edition”, una serie limitata a 5.441 pezzi, celebrativa  dell’impresa del 1970. Un numero motivato dalla durata della missione Apollo XIII, ossia 142 ore, 54 minuti e 41 secondi e, specificamente, dall’abbinamento di queste due ultime cifre. Realizzato in acciaio, con bracciale, e animato dal celeberrimo calibro manuale 861, l’orologio prevedeva, sul fondello il decoro con il distintivo di Snoopy, accompagnato dal claim “Eyes on the Stars” (lo stesso del succitato riconoscimento conferito da Omega alla NASA), ripreso, al 9 sul quadrante e in formato ridotto, sul contatore dei piccoli secondi. 

Sul fondello dello Speedmaster “Silver Snoopy Award”, troviamo un’originale sorpresa. Serrato a vite e fruendo del sistema “Naiad Lock” (mantiene tutti gli elementi incisi nella corretta posizione verticale, inclusa la data del 5 ottobre 1970, in cui Omega ha ricevuto il Silver Snoopy Award, in linea con l’iconica frase “Eyes on the Stars”, abbinata alla figura di Snoopy), troviamo il simpatico cagnolino creato da Schulz nel 1950, in orbita, su di un Modulo di Comando e di Servizio animato, trainato da una lancetta “magica” perfettamente dissimulata. Quando la lancetta dei secondi del cronografo è in uso, Snoopy compie un viaggio attorno alla misteriosa faccia nascosta della luna, proprio come l’equipaggio dell’Apollo XIII: la superficie illuminata della Luna è decorata su un cristallo zaffiro e, a distanza, è delineato il disco della Terra, che ruota una volta al minuto, in sincrono con la lancetta dei secondi dell’orologio, a simboleggiare la precisa rotazione della Terra.

È stato questo il motivo ispiratore,  in occasione dei 50 anni del “Silver Snoopy Award”, del lancio dello Speedmaster Professional “Silver Snoopy Award”: una versione della celebre icona cronografica della Casa di Bienne veramente particolare. Sul quadrante in argento 925, con indici applicati e sfere a bastone (entrambi trattati PVD blu con inserti in SuperLuminova), ecco, sempre sui piccoli secondi al 9, il simpatico cagnolino, ideato da Charles Schulz nel 1950, far bella mostra di sé in argento e a rilievo, nell’identica posa del distintivo: tutti i contatori prevedono un fondo blu, con quelli crono connotati da un decoro azurée centrale. La cassa in acciaio da 42 mm deriva dalla quarta generazione dello Speedmaster, con la finitura satinata e gli sfacci lucidi, i tradizionali pulsanti a pompa, e la scala tachimetrica, su 500 unità, con l’iconico “Dot over Ninety” (punto sopra al “novanta”), è in smalto bianco sull’anello della lunetta in ceramica blu (ZrO2). A tutto ciò è stato aggiunto un elemento giocoso e leggero, sul fondello serrato a vite. Qui, troviamo Snoopy in orbita, su di un Modulo di Comando e di Servizio animato, trainato da una lancetta “magica” perfettamente dissimulata. Quando la lancetta dei secondi del cronografo è in uso, Snoopy compie un viaggio attorno alla misteriosa faccia nascosta della luna, proprio come l’equipaggio dell’Apollo XIII (sfruttando la descritta “traiettoria di ritorno libero”): la superficie illuminata della Luna è decorata su un cristallo zaffiro, usando una metallizzazione micro-strutturata. A distanza è delineata la Terra, il cui disco ruota una volta per minuto, in sincrono con la lancetta dei secondi dell’orologio e simboleggia la precisa rotazione della Terra. L’iconica frase “Eyes on the Stars” è scritta nell’universo nero, e il sistema “Naiad Lock” mantiene tutti gli elementi incisi del fondello nella corretta posizione verticale, inclusa la data del 5 ottobre 1970, in cui Omega ha ricevuto il Silver Snoopy Award quale tributo per la missione dell’Apollo XIII di quello stesso anno. L’attenzione ai dettagli di Omega è confermata dal cinturino blu in nylon, ton sur ton con gli elementi del quadrante e, al cui interno, è tracciata la traiettoria della missione Apollo XIII, impressa sul rivestimento. 

Il cinturino blu è in nylon, ton sur ton con gli elementi del quadrante. Al suo interno, possiamo osservare l’incisione  della traiettoria della missione Apollo XIII. Si tratta, di fatto, della cosiddetta “traiettoria di ritorno libero”, che sfrutta l’attrazione gravitazionale della Luna: in sostanza, definisce un sorta di “8” tra la Terra e la Luna, due corpi celesti dotati di forza gravitazionale  e, senza necessità di utilizzare i motori, permetteva una propulsione “silenziosa” che consentì alla navicella di essere proiettata verso l’orbita della Terra. La navicella girò intorno alla Luna, attraversando la sua parte costantemente al buio, impiegando, per una simile operazione, circa tre giorni.

Questo Speedmaster “Silver Snoopy Award”, ultimo elemento coerente con la storia di questo orologio, è alimentato dal calibro co-assiale Master Chronometer 3861, un movimento in sé rivoluzionario, ma evoluzione del celebre 861 manuale del Moonwatch, portato a nuovi standard d’eccellenza, grazie all’inserimento dello scappamento Co-Axial e degli accorgimenti antimagnetici funzionali all’ottenimento della certificazione Master Chronometer, da parte  dell’Istituto Federale Svizzero di Metrologia (METAS).  Il segnatempo è coperto da 5 anni di garanzia e sarà in edizione “non” limitata; l’orologio è collocato in una scatola di presentazione dell’Apollo XIII, con un panno per la pulizia in microfibra, una brochure e una lente d’ingrandimento per poter scoprire tutte le sue “meraviglie”.


Da circa 25 anni, giornalista specializzato in orologeria, ha lavorato per i più importanti magazine nazionali del settore con ruoli di responsabilità. Freelance, oggi è Watch Editor de Il Giornale e Vice Direttore di Revolution Italia

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