READING

TAG Heuer, Cronografi Carrera, Dato e Tourbillon 

TAG Heuer, Cronografi Carrera, Dato e Tourbillon 

Il sessantesimo anniversario del Carrera è alle spalle, e la Maison guarda avanti, con due nuove varianti cronografiche connotate da un colore di quadrante verde intenso, associato al concept Glassbox. Si tratta della versione Dato, con datario al 9, ispirata dai modelli lanciati nel 1968, e del Tourbillon, ambedue alimentati con l’affidabile base automatica TH-20 a rotore bidirezionale. 

L’inizio degli anni ’60 scrisse le pagine più rivoluzionarie per il cronografo da polso, conferendo una spinta propulsiva i cui effetti si vedono ancora oggi. Uno dei protagonisti di questo new deal della complicazione orologiera più conosciuta dagli appassionati fu, senza alcun dubbio, Jack Heuer, al timone dell’azienda “di famiglia”, all’epoca. Jack cercava una nuova e più appropriata espressività del cronografo, date le numerose indicazioni che doveva offrire. La soluzione fu quella di “aprire” il quadrante, sgombrandolo, in particolare, dalla scala tachimetrica, ponendola sul rehaut, unitamente a quella dei secondi crono. Lo scorso anno, sessant’anni dopo, quel luminoso, per quanto “intuitivo”, colpo di genio chiamato Carrera, è stato reso più attuale che mai e la quasi totale assenza di lunetta esterna, in favore di un’elaborazione interna del quadrante, con effetti tridimensionali e impatto visivo elevato all’ennesima potenza, sono stati i protagonisti dei modelli celebrativi dell’importante ricorrenza. In particolare, tra le diverse proposte di omaggio, il capolavoro assoluto è stato il Carrera Chronograph da 39 mm, in acciaio, sintesi e pura attualizzazione dell’idea del grande Jack. L’ergonomia complessiva è stata affinata e raffinata, rendendo l’orologio il più comodo possibile da indossare, anche su polsi di diverse dimensioni. E per far sì che lo spettacolo del quadrante non perdesse di funzionalità ed efficacia, la cassa è stata “ricoperta” da un vetro zaffiro a forma di cupola (un moderno glass box), allo stesso modo dei cristalli di esalite che si trovavano sui modelli Heuer Carrera degli anni ’70: solo, ora, il cristallo è stato riprogettato in modo che la curva scorra fluida sulla scala tachimetrica periferica, la cui inclinazione verso l’esterno ne  facilita e velocizza la leggibilità, in virtù dell’aumento delle angolazioni fruibili. Allo stesso modo, anche la flangia e gli indici sono stati curvati, contribuendo ulteriormente all’estetica, alla coerenza del design e, soprattutto, ad una visualizzazione senza soluzione di continuità di tutte le informazioni. 

Carrera Chronograph Dato, edizione 2024, in acciaio lucido/satinato da 39 mm (spessore di 13,86 mm); pulsanti a pompa, vetro zaffiro Glassbox con doppio trattamento antiriflesso, fondello a vite integrato da vetro zaffiro. Impermeabilità   fino a 100 metri. Quadrante spazzolato circolare di colore verde, compreso il rehaut esterno con scala sessagesimale; indici applicati e sfere a bastone con segmenti luminescenti; minuti crono al 3 (rifinito azurée) e datario a finestrella al 9. Movimento automatico di manifattura, calibro TH20-07: 28.800 alternanze/ora, 80 ore di riserva di carica, rotore bidirezionale scheletrato a forma di scudo; smistamento della cronografia via ruota a colonne con innesto verticale; finitura dei ponti a Côtes de Genève . Cinturino in pelle di alligatore nero.

In quest’inquadratura si possono apprezzare le anse rettilinee “tirate” in prosecuzione di linea con la carrure, in senso convergente e sfaccettate sull’interno. Un design che, unitamente al taglio delle anse in prossimità dell’aggancio del cinturino, consente una buona ergonomia.

TAG Heuer, all’inizio del 2024, ha voluto proseguire sulla scia di questa scelta coerente e vincente, trovando per il Carrera Chronograph, sopra illustrato, ulteriori territori espressivi, ispirati da quanto avvenne dopo il lancio del 1963. Concepito, infatti, senza la presenza della data, nel 1966, essa viene introdotta, a finestrella, ad ore 12, dando vita alla prima iterazione del design Dato, come ad esempio nella variante bi-compax (contatore dei minuti su 45 unità), ref. 3147, prodotta fino alla fine del 1967. L’anno successivo, considerando che la sfera dei secondi crono, in posizione azzerata, era perfettamente allineata sopra la finestrella della data, impedendone una corretta visione, si dette vita al suo spostamento ad ore 9: venne mantenuto sia il concept Dato, sia, evidentemente il movimento, ossia il calibro Landeron 189, manuale da 13 ¾’’’ (progettato nel 1937) e 17 rubini, operativo a 18.000 alternanze/ora, con una riserva di carica di 41 ore, che prevedeva uno smistamento a camme con innesto orizzontale. Il Carrera 45 Dato, in acciaio, dal diametro di 36 mm, fu un successo, perfettamente in touch con la filosofia della leggibilità di Jack Heuer, tanto da privilegiare i contrasti bianchi-neri sul quadrante (pulito ed essenziale, con il contatore dei minuti, sempre su 45 unità), ed aggiungere a tutto questo una cassa impermeabile ed un vetro molto resistente; in tal senso, il movimento disponeva di antiurto Incabloc e della ricercata funzione flyback. Nel corso del tempo, la caratteristica configurazione con un unico contatore dei minuti crono, ha fatto guadagnare al Dato il soprannome di “Cyclop”. Un simile schema estetico venne proposto, nel 2021, su di un modello Dato realizzato in collaborazione con Hodinkee, noto portale orologiero statunitense, ove il contatore dei minuti riprese il suo assetto tradizionale su 30 unità ed il colore del réhaut passò dal bianco al nero. E, dunque, dopo aver presentato, nel 2023, all’interno della collezione Carrera il cronografo in blu (data al 6), in nero (data al 12) e il Tourbillon in blu, oggi, la Maison lancia la nuova variante Dato, con datario al 9, seguendo il dettato estetico-strutturale del Chronograph da 39 mm, con quadrante nella cromia del verde, spazzolato in senso circolare. Tale tonalità distintiva, dunque, dopo aver debuttato nella Special Edition del 2021, ed essere stata estesa ai cronografi nel 2023, torna ad identificare i Carrera quest’anno, nella configurazione estetica illustrata nell’incipit, con vetro zaffiro Glassbox. E si tratta di una scelta non casuale, in quanto omaggio alla storia degli sport motoristici, con particolare riferimento al verde vintage delle auto da corsa durante l’entusiasmante epoca delle gare nazionali a colori, dagli anni Venti agli anni Sessanta. 

Carrera Chronograph Tourbillon, edizione 2024, in acciaio lucido/satinato da 42 mm (spessore di 14,33 mm). Caratteristiche strutturali e del quadrante assimilabili al Chronograph Dato (entrambi i contatori crono rifiniti azurée), con l’aggiunta della gabbia del tourbillon al 6, racchiusa in una cornice di vetro. Movimento automatico di manifattura, calibro TH20-09. Cinturino in pelle di alligatore nero.

Nella vista di profilo del Carrera Chronograph Tourbillon, si nota la cura nell’alternanza delle finiture e, soprattutto l’effetto del vetro zaffiro Glassbox a favorire la lettura delle indicazioni sulle scale periferiche.

Miscelato armoniosamente con il blu, il verde “2024” del TAG Heuer Carrera, esprime modernità e distintività ed è destinato a diventare un segno duraturo della collezione. Tornando, quindi, al nuovo Carrera Chronograph in acciaio, con data al 9, da 39 mm e con vetro zaffiro Glassbox, esso prevede sfere a bastone e indici a barretta applicati (“poggiati” sul rehaut interno), rodiati e luminescenti, nonché il contatore dei 30 minuti crono su fondo azurée, sempre verde: il rehaut esterno, in continuità di linea, reca la scala dei secondi crono e, accarezzato dal vetro, permette un’eccellente leggibilità dell’indicazione. I pulsanti, con incasso di protezione, sono stati sagomati e inclinati, rispetto alle linee tangenziali la carrure, per incrementarne l’efficienza in fase di azionamento. L’apertura sul fondello chiuso a vite, permette di osservare in azione il movimento automatico di manifattura, calibro TH20-07, con rotore a forma di scudo, satinato e scheletrato, a carica bidirezionale, che contribuisce a generare una riserva di carica di 80 ore: pulsa a 28.800 alternanze/ora e lo smistamento della cronografia avviene via ruota a colonne, con innesto verticale. La summenzionata tonalità di verde, nella medesima finitura, è stata adattata anche nella nuova versione del Carrera Chronograph Tourbillon, in acciaio da 42 mm, con i due contatori dei minuti e delle ore crono a sovrastare la gabbia del tourbillon – a un minuto – a ore 6, su tre bracci rodiati, racchiusa in una cornice di vetro. Una simile soluzione, non ostante più di 220 anni di “lavoro” alle spalle, può dare ancora il suo contributo per regolare correttamente la base tempo e per veicolare la maggiore precisione possibile, anche nella misurazione cronografica. In uno schema strutturale del tutto assimilabile al Chronograph Dato, precedentemente illustrato, pulsa la versione “tourbillon” del calibro TH20, denominata “09”, erede del calibro Heuer 02T, capace di 65 ore di riserva di carica (33 rubini, 28.800 alternanze/ora), messa a punto dal Direttore Movimenti TAG Heuer, Carole Forestier-Kasapi e dai team tecnici della Maison svizzera. Impermeabili fino a 10 atmosfere, i due modelli fruiscono di un’estensione della garanzia a cinque anni (a conferma di un’affidabilità in crescita) e si allacciano al polso mediante un cinturino in pelle di alligatore nera, chiuso da una fibbia pieghevole in acciaio con doppi pulsanti di sicurezza.

Sul fondello serrato a vite del Carrera Chronograph Tourbillon, il vetro zaffiro consente di osservare il calibro automatico di manifattura TH20-09, con ponti rifiniti a Côtes de Genève e rotore bidirezionale scheletrato e satinato a riprodurre lo scudo TAG Heuer: 28.800 alternanze/ora, regolatore tourbillon a un minuto, riserva di carica di 65 ore, innesto crono verticale.

Una cornice in vetro, abbraccia la gabbia del tourbillon a tre bracci rodiati, portandone in primo piano la rotazione. 


Da circa 25 anni, giornalista specializzato in orologeria, ha lavorato per i più importanti magazine nazionali del settore con ruoli di responsabilità. Freelance, oggi è Watch Editor de Il Giornale e Vice Direttore di Revolution Italia

ARTICOLI CORRELATI