Il lato bianco di Omega

Omega ha svelato il suo Speedmaster Professional “White Dial”, un orologio che ha suscitato grande curiosità e colpito per la sua piacevole controtendenza. Esistono, tuttavia,  due modelli di Omega, realizzati nel 2008 e nel 2015, a ricordarci quanto il quadrante sia spesso sottovalutato nell’affascinante mondo dell’orologeria, ed è buona l’occasione per ripercorrere la storia recente del cronografo che ha conquistato la Luna…

Omega ha annunciato il lancio del suo ultimo Speedmaster Professional con quadrante bianco. Lo stesso che qualcuno aveva notato al polso di James Bond, o forse dovremmo dire Daniel Craig, che lo aveva indossato al polso durante un evento di gala a New York lo scorso novembre. Il quadrante bianco – non un novità di casa Omega ma sicuramente una particolarità che si è fatta decisamente notare – aveva attirato l’attenzione di collezionisti e appassionati; ma il modello si era rivelato né reperibile né classificabile. E, come vale in altri campi, quando una cosa non più essere identificata, di solito non esiste. Ora quel misterioso Moonwatch con il quadrante bianco che ricordava modelli leggendari come gli Alaska Project, è un’attesissima realtà, che la Maison ha presentato lo scorso 5 marzo sui suoi canali ufficiali, svelando finalmente l’arcano. Stiamo parlando di una nuova versione di Speedmaster Moonwatch Professional in acciaio, con cassa asimmetrica da 42 mm, sormontata da vetro zaffiro, con fondello in vetro zaffiro per esibire il celeberrimo calibro cronografico 3861 (carica manuale, 21.600 alternanze/ora, spirale in silicio, scappamento Co-Axial, 26 rubini, autonomia di 50 ore), certificato Master Chronometer, evoluzione dell’originale 861 del 1968 (ci vollero tre anni per metterlo a punto): lo smistamento della cronografia e l’innesto orizzontale sono confermati, sulla scia di un upgrade importante del calibro 1861, che ha richiesto ben quattro anni di lavoro. Gli effetti della certificazione Master Chronometer  si vedono, in particolare, nella resistenza ai negativi influssi dei campi magnetici fino a 15.000 Gauss e per una precisione di marcia media di 0/+5 secondi al giorno. Sotto il profilo estetico, ecco la lunetta in alluminio nero, con lo storico “Dot Over 90” e il suddetto quadrante bianco laccato lucido. Ed è questa, forse, la vera rivoluzione: è la prima volta che uno Speedmaster Moonwatch Professional in acciaio, non prodotto in edizione limitata, esibisce un quadrante bianco.

 

Il nuovo Omega Speedmaster Professional Moonwatch “White Dial” ref. 310.30.42.50.04.001 in acciaio con quadrante laccato, indici neri, e bracciale in acciaio inossidabile con maglie lucide e spazzolate.

La referenza 310.30.42.50.04.001 (certo, non facile da ricordare) propone un’inversa combinazione del classico Omega Speedmaster Moonwatch, sviluppato su quadrante nero opaco con lancette bianche per garantire la massima leggibilità, abbinando al quadrante bianco, lancette nere, indici neri, logo nero anch’esso; la scritta Speedmaster è rossa come anche l’estremità della lancetta cronografica, in omaggio all’iconica cassa protettiva del modello-prototipo Alaska I del 1969 che, nel pensiero dei tecnici della Maison, doveva rappresentare  l’esempio ideale dell’orologio “spaziale” . Il nuovo esemplare costituirà “parte permanente” della collezione, avvertono, e forse ci sarà solo da attendere per riceverlo. Sarà, dunque, presto disponibile presso boutique e rivenditori ad un prezzo di 9.100 euro nella versione con bracciale in acciaio, e di 8.700 euro nelle varianti con cinturino in caucciù o in pelle stile racing con impunture bianche all’esterno e rosse a contrasto all’interno.

Particolare del quadrante del nuovo Omega Speedmaster Professional Moonwatch con quadrante bianco laccato, scritta Speedmaster in rosso e lancette e indici neri a contrasto.

 The Alaska Project

Fin dal primo sguardo al quadrante del nuovo Omega Speedmaster Professional White Dial qualcosa ci ha rimandato con il pensiero alle distese polari per cui era stato pensato il magnifico Omega Speedmaster Professional Alaska Project, o più precisamente la ref. 311.32.42.30.04.001. Un orologio che rappresenta la conquista dello “spazio” sulla Terra e che, per la prima volta in un esemplare di serie, ha sfoggiato un quadrante bianco, sebbene con qualche basilare differenza. L’Omega Alaska Project , infatti, presentato nel 2008 in edizione limitata a 1970 esemplari, era un omaggio ai suoi progenitori: i modelli-prototipo Alaska I, citato poc’anzi (cassa coussin in titanio e “cover” in alluminio anodizzato rosso, con la funzione di scudo termico), e II, risalenti rispettivamente al 1969 e al 1972,  entrambi dotati di quadrante bianco per riflettere meglio il calore del sole (coefficiente di riflessione termica), di particolari lancette dei contatori cronografici a “forma di razzo” (nell’Alaska 1erano rosse, mentre, nel II, erano nere compresa quella dei piccoli secondi al 9), d’indici luminosi, numeri radiali sui quadranti secondari, lancetta dei secondi crono completamente rossa e lunetta incisa con la scala sessagesimale (solo nell’Alaska II).

Il modello Omega Speedmaster Professionale “Alaska Project” proposto nel 2008, con tanto di “scudo termico” in alluminio anodizzato rosso da applicare sopra la cassa (con l’aggiunta della serigrafia della scala sessagesimale) – optional che avrebbe permesso all’orologio di resistere a temperature, in atmosfere lunari o spaziali, dai -148°C ai +260° centigradi -, aveva un quadrante bianco con incidi a contrasto neri, scritte Omega e di modello “Speedmaster” nere, lancetta dei secondi crono rossa e due sfere cronografiche a forma di “razzo”, sempre brunite. Basato su di una cassa da 42 mm, era dotato del classico bracciale in acciaio con un ricambio velcro bianco abbinato, simile al modello proposto con i recenti MoonSwatch: in particolare il modello “Mission to Mars” che ricalca le orme della configurazione Alaska per via del quadrante, delle sfere a forma razzo e per la cassa “rossa”, a ricordare lo scudo termico.

Il particolarissimo Omega Speedmaster Professional Alaska Project in edizione limitata del 2008 “chiuso” nella suo scudo in allumino rosso per essere protetto dalle alte e basse temperature. Notiamo il quadrante bianco con indici e sfere nere e le particolari lancette a “razzo”.

The White Side Of The Moon

Il lato oscuro della Luna cantato dai Pink Floyd è sempre stato quello più affascinante per l’uomo. Impone il silenzio radio durante l’orbita delle missioni spaziali che hanno portato sul nostro satellite proprio lo Speedmaster, è luogo di cospirazioni fantapolitiche da romanzo distopico, ma non può certo competere con la candida bellezza del “White Side of the Moon”, celebrata dal modello bianco, che vale la pena ricordare in conclusione. È stata, inoltre,  l’ultima variante presentata da Omega nel 2015, per completare la collezione cromatica dello Speedmaster Professional, prodotto nella versione Dark Side e Grey Side of the Moon, con un esemplare che ammiccasse all’universo femminile. Questa particolare declinazione del celebre cronografo, deve il nome al lato illuminato della Luna vista dalla Terra, poiché “irradiato dalla luce del sole”, che lo rende splendente e da sempre affascinante come null’altro nel cielo. O almeno, null’altro visibile a occhio nudo dall’uomo. Per richiamare la luce che illumina la Luna, Omega scelse la ceramica bianca all’ossido di zirconio, impiegandola sia su cassa/lunetta che sul quadrante. Il White Side of the Moon, da 44,25 mm, è animato dal calibro di manifattura Co-Axial 9300. Il quadrante bianco con scala dei minuti/secondi in nero,  prevede lancette a bastone e indici a barretta applicati in oro bianco a 18 carati, riempiti di Super-LumiNova bianco; completano il quadro, la terminazione della sfera dei secondo in rosso, il logo nero e scritta del modello Speedmaster in rosso, come nel recente “White Dial”. Un particolare quest’ultimo che avrebbe potuto confondere quando abbiamo intravisto per la prima volta il “White Dial” al polso dello 007 Craig, se solo non fosse che la lunetta tachimetrica del “White Side of the Moon” è in ceramica bianca, come il resto della cassa, e non nera, come tradizione Speedmaster Professional vuole anche per questa ultima, grande novità.

Particolare del quadrate dell’Omega White Side of the Moon, con cassa da 44,25 mm animata dal calibro di manifattura Co-Axial 9300. Il quadrante bianco con scala dei minuti/secondi in nero, prevede lancette a bastone e indici a barretta applicati in oro bianco a 18 carati, riempiti di Super-LumiNova bianco.


Romano, appassionato di orologi fin dalla tenera età, vivo nel passato ma scrivo tutti giorni per Il Giornale e InsideOver, dove mi occupo di analisi militari e notizie dall'estero. Ho firmato anche sul Foglio, L'Intellettuale Dissidente e altre testate.