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Zenith, dal Defy Classic Carbon al Chronomaster A3...

Zenith, dal Defy Classic Carbon al Chronomaster A384 dedicato a Lupin III

La Maison di Le Locle, quest’anno, ha puntato contestualmente su avanguardia e tradizione. Da un lato, quindi, cassa e bracciale interamente in fibra di carbonio e quadrante scheletrato e, dall’altro, riedizione mirata del cronografo A384 del 1969, il primo a montare il ben noto El Primero. 

Ci troviamo a fine ‘800 e il fondatore di Zenith, Georges Favre-Jacot, realizzò una serie di orologi da tasca, con la parola “défi” (ossia, “sfida” in italiano), scritta sul quadrante. Detti esemplari erano apprezzati per le loro qualità di robustezza e contribuirono ad affermare la Casa di Le Locle come produttore di segnatempo precisi ed affidabili. Verso la fine degli anni ’60, il nome “Defy” tornò nel catalogo Zenith, con una sequenza di modelli sportivi, le cui casse, dal tratto angolare, ricordano quelle definite nell’attuale collezione Defy. Quelle varianti presentavano diversi aggiornamenti, in particolare, una migliore resistenza all’influenza negativa dei campi magnetici (alcuni esemplari recavano, stampata sul quadrante, l’indicazione “Defy Gauss”) e un sistema d’adattamento “a sospensione” del movimento nella cassa, basato su di una fascia esterna elastica ed ammortizzante. Si trattava di orologi   caratterizzati da un design distintivo che precedette di diversi anni lo sviluppo dei segnatempo sportivi haut-de-gamme. Tutto questo, nel 2017, si è risolto, ed è stato sintetizzato, nel lancio della collezione Defy, a Basilea, esordendo, inizialmente con la versione cronografica hi-beat (meccanismo El Primero), dopo di che, la Maison si è prodotta nell’avveniristico Defy Lab con oscillatore ad altissima frequenza. Nel marzo 2018 la linea ha accolto la versione solotempo tradizionale, denominata Defy Classic, riducendo il diametro della cassa a 41 mm, configurando l’orologio sportivo “quotidiano” e rendendolo appetibile per molti potenziali acquirenti, interpretando intelligentemente i dettami dei modelli Defy più avanzati sotto il profilo tecnologico. Un elemento, questo, che appare molto più percepibile nelle varianti scheletrate del Defy Classic, proposte, fino ad ora, su ceramica e titanio, in cui l’aspetto tecnologico e la lavorazione incrementano la riconoscibilità dell’orologio. 

Defy Classic Carbon, in fibra di carbonio, da 41 mm, impermeabile fino a 10 atmosfere. Bracciale interamente in fibra di carbonio (illustrato anche in apertura), con fibbia déployante in titanio. Peso totale di 65 grammi. Quadrante scheletrato con motivo a stella rifinito in rutenio scuro e spazzolato; indici a barretta e sfere a bastone rivestiti di Super-Luminova verde brillante. Movimento meccanico automatico di manifattura, calibro Elite 670 SK, da 11 ½’’, con ruota di scappamento ed ancora in silicio: 28.800 alternanze/ora, riserva di carica di 48 ore.


Defy Classic Carbon, nella versione con cinturino in caucciù nero effetto “Cordura”, con fibbia déployante in carbonio e titanio.

Oggi, la Casa ne ha sviluppato una versione in fibra di carbonio, con bracciale integrato, anch’esso in carbonio, novità assoluta per Zenith, che conferma la sua maestria anche su territori assai diversi da quelli più tradizionali. Ricordiamo come la fibra di carbonio sia apprezzata per il suo mix raro di leggerezza e resistenza, ma anche per il suo aspetto unico e futuristico. In particolare, l’approccio della Casa a questo materiale, riguardo al bracciale, non si è limitato all’adattamento di placche di carbonio su basi metalliche, ma ha dato seguito ad un’esecuzione completamente nel suddetto materiale composito (riservata, normalmente, a modelli complicati, a serie limitate, ma assai raramente su esemplari automatici): ogni maglia è ricavata interamente da una componente di fibra di carbonio, plasmata e zigrinata con precisione in modo da evidenziare i vari strati della fibra stessa. Obiettivo raggiunto, superando diverse sfide tecniche alla fine delle quali l’orologio completo di bracciale e fibbia déployante in titanio e impermeabile fino a 10 atmosfere, sviluppa un peso di soli 65 grammi, quasi la metà di un modello Defy Classic scheletrato, in titanio con bracciale dello stesso metallo, di per sé già molto leggero. Per il resto, sulla cassa tonneau compatta, ritroviamo le linee angolate, ben note  della cassa Defy, mentre il carbonio consente di esaltare l’ergonomia al polso. Evidentemente, poiché i motivi generati dai vari strati di fibra di carbonio possono differire da un componente all’altro, un orologio non sarà mai esattamente uguale all’altro. Per chi preferisce il contrasto fra cassa in fibra di carbonio e cinturino, il Defy Classic Carbon è disponibile anche con cinturino in caucciù nero effetto “Cordura”, con fibbia déployante in carbonio e titanio. L’orologio è valorizzato da un quadrante traforato ton sur ton con l’insieme, con un motivo geometrico costituito da pentagoni allungati – rifiniti in rutenio scuro -, disposti simmetricamente, a formare una stella, e spazzolati, incorniciati da un rehaut graduato, sul quale s’innestano gl’indici a barretta rivestiti di Super-Luminova verde brillante; lo stesso che osserviamo sulle sfere a bastone.  Un simile gioco di trasparenze, consente di visualizzare l’anello periferico del datario (esplicitato al 6) e i ponti superiori del calibro automatico di manifattura Elite 670 SK – gamma lanciata nel 1994 -, da 11 ½’’’ (ruota di scappamento ed ancora in silicio, 28.800 alternanze/ora, riserva di carica di 48 ore, massa oscillante dai tratti “a stella” satinata). 

Chronomaster A384 Revival “Lupin The Third”, seconda edizione, serie limitata a 200 esemplari, orologio “indossato” da Jigen, personaggio del cartoon giapponese “Lupin III”  . In acciaio da 37 mm, impermeabile fino a 5 atmosfere, con pulsanti a pompa e quadrante tipo “panda”, bianco con contatori neri azurée. Meccanico automatico, calibro El Primero 400 (36.000 alternanze/ora e 50 ore di riserva di carica, smistamento via ruota a colonne e innesto orizzontale), presentato nel 1969. Bracciale in acciaio, ad effetto “scala”.

Chronomaster A384 Revival “Lupin The Third”, seconda edizione, serie limitata a 200 esemplari, orologio “indossato” da Jigen, personaggio del cartoon giapponese “Lupin III”  . In acciaio da 37 mm, impermeabile fino a 5 atmosfere, con pulsanti a pompa e quadrante tipo “panda”, bianco con contatori neri azurée. Meccanico automatico, calibro El Primero 400 (36.000 alternanze/ora e 50 ore di riserva di carica, smistamento via ruota a colonne e innesto orizzontale), presentato nel 1969. Bracciale in acciaio, ad effetto “scala”.

Sul vetro zaffiro integrato sul fondello del Chronomaster A384 Revival “Lupin The Third”, troviamo la silohuette di Jigen.  

Dall’architettura  innovativa e dai codici futuristici del Defy Classic Carbon, passiamo ad un altro protagonista del 2020 di Zenith, ossia il modello A384 Revival, riproposizione del cronografo A384 con smistamento via ruota a colonne e innesto orizzontale, del 1969, dotato del calibro El Primero 400, il primo a montare tale celeberrimo movimento cronografico integrato, a rotore centrale, funzionante a 36.000 alternanze/ora  e con 50 ore di riserva di carica. La cassa tonneau in acciaio, allora dal design innovativo, grintoso, molto angolare e a sfaccio in prossimità delle anse (elemento che ritroviamo reinterpretato anche sul Defy), esalta i piani inclinati con l’alternanza di finiture lucide e satinate. La Maison è rimasta molto fedele all’originale, a cominciare dal diametro di 37 mm e dal caratteristico bracciale effetto “scala”, a struttura aperta, per favorire il comfort al polso. Anche il quadrante “panda” è stato mantenuto con fondo laccato bianco e contatori neri (quelli dei minuti crono e dei piccoli secondi sovradimensionati rispetto al quadrantino delle ore crono al 6, tutti con fondo azurée), cromia ripresa sulla scala tachimetrica iscritta nel rehaut. Dotato di pulsanti a pompa presenta lancette a bastone e indici a barretta applicati, rivestiti con SuperLuminova beige. Con questa definizione estetico-tecnica, Zenith ha realizzato la seconda edizione del Chronomaster A384 Revival “Lupin The Third”, in serie limitata a 200 esemplari, seconda interpretazione dell’orologio indossato dal personaggio di Jigen nella serie Anime giapponese “Lupin III”, ispirato proprio dall’A384 del 1969 della Casa di Le Locle. A sostegno dell’affinità elettiva, va sottolineato che il noto cartone giapponese esordì nel 1967, qualche anno prima del lancio dell’orologio. Sul vetro zaffiro integrato al fondello, troviamo la silohuette di Daisuke Jigen, socio e amico del protagonista Lupin III. 

Insomma, dall’A384 al Defy Classic, il fil rouge stilistico di Zenith non trova soluzioni di continuità, sempre in grado giocare la carta vincente di una qualità vestita dalla riconoscibilità. Non è facile, però, ed è, per certi versi rischioso, operare su piani paralleli, come approccio al prodotto, anche se i legami di DNA sono evidenti: d’altronde, la tradizione è un patrimonio invidiabile ma impone enormi responsabilità. Zenith se le sta assumendo, evidentemente, con il chiaro obiettivo di ampliare e diversificare il suo pubblico.


Da circa 25 anni, giornalista specializzato in orologeria, ha lavorato per i più importanti magazine nazionali del settore con ruoli di responsabilità. Freelance, oggi è Watch Editor de Il Giornale e Vice Direttore di Revolution Italia

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