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Eberhard & Co. torna all’inizio

Eberhard & Co. torna all’inizio

L’Eberhard 1887 Remontage Manuel sintetizza un patrimonio di savoir-faire di oltre 130 anni e celebra il ritorno della sede di Eberhard & Co. nel luogo dove tutto è nato: La Chaux-de-Fonds.

Eberhard 1887 Rémontage Manuel, in acciaio da 41,8 mm (9,6 mm di spessore).  Quadrante bianco rifinito a Clous de Paris, nella versione con numeri romani ed indici romboidali dorati, lancette Dauphine e, al 12, il logo storico della Maison

La Chaux-de-Fonds, dopo l’incendio del 1794, venne ricostruita in funzione dell’ ”industria del tempo”. I nuovi edifici furono modellati secondo lo schema abitazione-laboratorio, e quest’ultima funzionalità, si sostanziava inizialmente in magazzini per acquisti/vendite, per poi evolversi in produzione di ébauches (movimenti grezzi) e infine in atelier de terminage (assemblaggio finale del meccanismo). Un’occasione che Georges-Lucien Eberhard volle sfruttare appieno; lui, figlio e nipote di orologiai di paese, cresciuto sulle colline intorno a Berna, imparando dal padre tutti i rudimenti di un mestiere in grande ascesa, dati i consistenti ordini provenienti da Ginevra. Ecco quindi che da Saint-Imier, Georges-Lucien si spostò proprio a La Chaux-de-Fonds per avviare nel 1887, con il cognato Henri Rosselet, il suo primo comptoir (laboratorio) in Avenue Léopold Robert, al civico 16. Dopo un breve spostamento in rue de la Demoiselle, nel 1892, la Maison ritorna in Avenue Léopold Robert. Questa volta al numero 32. Nel 1894 fece il suo esordio il logo “E&C” chiuso in uno scudo puntuto, per la precisione su di un orologio da tasca che indicava le 12 e le 24 ore, frutto di un brevetto depositato dalla Maison. Successivamente, Eberhard si trasferì ancora sulla stessa strada, al civico 73, in un palazzo storico costruito all’inizio del XX secolo e d’impronta Art Nouveau, in cui erano riuniti sotto lo stesso tetto gli atelier orologieri e l’abitazione di famiglia, noto ai valligiani come La Maison de L’Aigle, in virtù della riproduzione di un’aquila, sulla sommità della cupola. Appare, dunque, chiaro come quell’edificio rivestisse un’importanza assoluta per la Casa; quando in seguito alla cessione aziendale a Palmiro Monti nel 1969, otto anni dopo la produzione fu spostata a Bienne per sopperire alle difficoltà economiche, il colpo fu durissimo. Ecco perché la decisione dell’attuale CEO Barbara Monti di “farvi ritorno” , unitamente al Direttore Generale Mario Peserico – sempre da indipendenti – per stabilirvi la sede e il Museo Eberhard & Co., assume un grandissimo significato: anche l’aquila è stata perfettamente restaurata. All’interno del Museo, si trovano orologi da taschino, i primi cronografi da polso, i minuscoli ed eleganti segnatempo femminili, i subacquei degli anni ’50, i numerosi brevetti, fino al recentissimo nuovo calibro manuale EB140, interamente prodotto per Eberhard a La Chaux-de-Fonds:  esplicita un’architettura solida, fondata sul ponte a 3/4, su di un bilanciere ben dimensionato e regolato da un sistema a vite eccentrica, e su di una raffinata finitura a Vagues Circulaires, accompagnata da viti azuré e incisioni dorate. Per il resto i dati salienti sono: diametro di 14’’’, 28.800 alternanze/ora, 18 rubini, 40 ore di riserva di carica. 

Attraverso il vetro zaffiro adattato sul fondello, si osserva il calibro manuale di manifattura EB140: diametro di 14’’’, 28.800 alternanze/ora, 18 rubini, 40 ore di riserva di carica. 

Il primo modello ad impiegarlo non poteva che richiamare sia una tradizione di oltre 130 anni, sia l’importanza di un momento atteso da anni: si tratta dell’Eberhard 1887 Rémontage Manuel, un nome che dice tutto. Ѐ un orologio dalle linee equilibrate, in acciaio da 41,8 mm (9,6 mm di spessore), con sfacci sinuosi per esaltare l’alternanza tra lucido e satinato, ad incorniciare un quadrante di estrema eleganza, rifinito a Clous de Paris, e declinato in due versioni con numeri romani ed indici romboidali dorati o rodiati: esternamente spicca la scala dei minuti/secondi a chemin de fer, percorsa da lancette Dauphine. Completa il quadro il datario di forma trapezoidale già adottato da Eberhard & Co. in alcuni modelli d’epoca e, soprattutto, il logo storico della Maison. 

Evidentemente, attraverso il vetro zaffiro integrato al fondello (fissato da 4 viti), è possibile osservare il calibro EB140 in azione. Oltre ai cinturini in alligatore, sarà presentata una creazione inedita frutto di una collaborazione con il prestigioso cravattificio ULTURALE, uno dei più noti ambasciatori della tradizione sartoriale napoletana: essi saranno cinturini in seta Jacquard in due differenti versioni, abbinate ai  due quadranti in esclusiva per Eberhard & Co. 


Da circa 25 anni, giornalista specializzato in orologeria, ha lavorato per i più importanti magazine nazionali del settore con ruoli di responsabilità. Freelance, oggi è Watch Editor de Il Giornale e Vice Direttore di Revolution Italia

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