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100 anni di Bauhaus nel segno di Max Bill

100 anni di Bauhaus nel segno di Max Bill

Uno dei filoni nei quali la competitività di Junghans, nella fascia di prezzo tra i 500 e i 2.500 euro, si rivela con grande efficacia è, senza alcun dubbio quello del design, ispirato da una delle più importanti correnti artistico-architettoniche dell’inizio del XX secolo. 

La Bauhaus, una delle correnti più importanti del XX secolo, quest’anno celebra il suo centesimo anniversario. Un appuntamento al quale Junghans, Casa orologiera tedesca, non poteva mancare, data la sua storica collaborazione con l’architetto Max Bill, che nel 1927, a Dessau, in Sassonia, quando venne, appena diciannovenne, in contatto con l’istituto creato da Walter Gropius, ebbe a dire: “Qualcosa di mai visto: pareti bianche e grandi facciate in vetro scuro, con la casa dello studente in primo piano e i telai delle finestre come a dare un tocco miniato“. La Bauhaus restò aperta per 14 anni, dal 1919 al 1933, quando chiuse i battenti per volere dei nazisti, dopo aver cambiato tre sedi (Weimar, Dessau e Berlino), sotto la direzione dell’architetto Ludwig Mies van der Rohe, colui, per intenderci a cui è attribuita la frase “Less is More”. 

Il profilo dell’edificio Bauhaus di Dessau è tracciato sul fondello, in cui la grande facciata a vetrata è interpretata a reticolo, in modo da poter visualizzare parte del calibro automatico J800.1.

I suoi principi di razionalismo, funzionalismo, uso elegante di materiali moderni e tecniche industriali, chiarezza, semplicità e minimalismo, hanno influenzato (e continuano a farlo), architettura, istruzione, moda, grafica, ma anche tipografia e, evidentemente, ogni espressione di design. Bill sposò i principi fondanti del Bauhaus e ne divenne uno tra i più importanti esponenti, fino a fondare, nel 1951, la Scuola di Ulm, evoluzione dei principi del Bauhaus. A quell’anno risale il primo contatto con Junghans, per la quale Bill disegnò segnatempo tra il 1956 e il 1962, ottimizzando la combinazione tra utilità e bellezza. Oggi, la Casa di Schramberg onora la collezione Max Bill by Junghans con delle versioni celebrative del secolo del Bauhaus, a partire dall’Automatico “100 anni di Bauhaus”, limitato a 1.000 esemplari), in acciaio PVD antracite da 38 mm, con vetro zaffiro incurvato a protezione del quadrante argentato mat, squisitamente essenziale in cui troviamo i classici indici a filo e sfere allungate: unica nota di colore il disco rosso della data, cromia ripresa anche nella luminescenza delle sfere, ispirata dalla nota porta rossa della Bauhaus di Dessau. 

Cronografo della Max Bill Edition Set 2019, limitato a 222 esemplari, automatico day-date, in acciaio da 40 mm, dal quadrante argentato mat (nel set è accompagnato da un orologio da tavolo in legno, meccanico manuale con riserva di carica di 8 giorni).

Il profilo di quell’edificio è tracciato sul fondello, in cui la grande facciata a vetrata è interpretata a reticolo, in modo da poter visualizzare parte del calibro automatico J800.1. Aggiungiamo anche la Max Bill Edition Set 2019, limitata a 222 esemplari, dove un cronografo automatico day-date, in acciaio da 40 mm, dal quadrante argentato mat (il fondello è rifinito con le famose “quindici variazioni sullo stesso tema” di Bill, a formare un movimento a spirale da una geometria di base), è accompagnato da un orologio da tavolo in legno, meccanico manuale con riserva di carica di 8 giorni, dal design, ça va sans dire, assolutamente purista.    

Fondello del cronografo precedentemente illustrato, rifinito con le famose “quindici variazioni sullo stesso tema” di Bill, a formare un movimento a spirale da una geometria di base.


Da circa 25 anni, giornalista specializzato in orologeria, ha lavorato per i più importanti magazine nazionali del settore con ruoli di responsabilità. Freelance, oggi è Watch Editor de Il Giornale e Vice Direttore di Revolution Italia

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